La fame a Gaza sta decimando la popolazione della Striscia, che sta affrontando una crisi alimentare di proporzioni apocalittiche. Dal 2 marzo 2025, quando Israele ha imposto un blocco totale su tutti i valichi di frontiera, la situazione umanitaria si è drasticamente deteriorata per gli oltre 2,2 milioni di abitanti dell’enclave palestinese. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (World food program, Wfp) ha esaurito tutte le scorte di cibo all’interno del territorio mentre i rifornimenti rimangono bloccati ai valichi per decisione delle autorità israeliane, come confermato da un recente post dell’organizzazione su X. L’ultimo passo di questo drammatico percorso è avvenuto a fine marzo, quando tutti i panifici supportati dal Wfp hanno chiuso i battenti per mancanza di farina e carburante, eliminando una fonte vitale di nutrimento per centinaia di migliaia di sfollati. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha classificato la situazione come una delle peggiori crisi umanitarie a livello mondiale, con circa 1,1 milioni di persone che affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare.
Distruzione sistematica della capacità alimentare e ostacoli agli aiuti
La crisi attuale è il risultato diretto della progressiva distruzione del sistema alimentare di Gaza, provocata dai bombardamenti israeliani e dalle operazioni militari in corso dall’ottobre 2023. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fap) relativi all’ottobre del 2024, il 52,5% dei pozzi agricoli e il 44% delle serre sono stati gravemente danneggiati durante il conflitto. Le attività agricole sono quasi completamente ferme e numerose aree coltivabili risultano inaccessibili perché contaminate da ordigni inesplosi. Il blocco navale ha paralizzato anche il settore della pesca, tradizionale fonte di proteine per la popolazione costiera. Al contempo, il 95% del bestiame è andato perduto, eliminando un’altra risorsa alimentare fondamentale per la sopravvivenza.
Questa distruzione sistematica delle capacità produttive locali ha reso la popolazione totalmente dipendente dagli aiuti esterni, proprio mentre questi vengono bloccati da Israele. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati fino al 1400% rispetto al periodo pre-blocco, secondo un recente rapporto del Wfp di aprile 2025, rendendo il cibo inaccessibile anche per chi dispone ancora di qualche risorsa economica. I tentativi internazionali di far arrivare aiuti via mare si sono scontrati con una ferma opposizione. Il caso più eclatante si è verificato il 2 maggio, quando la nave Conscience della Freedom flotilla coalition è stata colpita da droni armati mentre si trovava in acque internazionali al largo di Malta. La Freedom flotilla coalition è un’alleanza internazionale di organizzazioni umanitarie nata per sfidare il blocco marittimo di Gaza attraverso missioni navali cariche di aiuti umanitari.
Gennaro Giudetti, operatore umanitario italiano attualmente sul campo con le Nazioni Unite, sta documentando le conseguenze dirette di questo blocco attraverso il suo profilo Instagram. “Sessantatre giorni che non entrano acqua, cibo e carburante per i generatori negli ospedali. Tagliare l’acqua e il cibo alla popolazione è un crimine di guerra”, commentava Giudetti qualche giorno fa. Un rapporto dell’Ocha (l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite) di aprile 2025 conferma che oltre il 50% delle infrastrutture idriche di Gaza, inclusi 170 dei 336 pozzi d’acqua, sono stati resi inaccessibili o distrutti. Questa situazione è particolarmente allarmante considerando che il 90% della popolazione è sfollata e vive in condizioni igienico-sanitarie precarie, mentre il 60% delle infrastrutture di base è stato danneggiato o distrutto.
Fame a Gaza: conseguenze sulla popolazione e reazioni internazionali
L’impatto della carestia colpisce con particolare durezza i soggetti più vulnerabili. Gli ultimi dati di Save the Children rivelano che l’intera popolazione infantile di Gaza soffre di grave insicurezza alimentare. Dal gennaio 2025, le autorità sanitarie hanno identificato circa 10mila casi di malnutrizione acuta tra i minori, di cui 1.600 in forma severa. La malnutrizione acuta severa è una condizione potenzialmente letale che richiede interventi medici immediati e può causare danni permanenti allo sviluppo fisico e cognitivo dei bambini.