Fortnite è attualmente bloccato su iPhone in tutto il mondo, non tanto per una problematica tecnica, quanto come diretta conseguenza della lunga e complessa querelle tra Apple e gli sviluppatori di Epic Games. La mancata disponibilità del celebre titolo anche nel Vecchio Continente può far storcere il naso, essendo gli Stati Uniti il terreno della sfida legale, ma la situazione attuale è stata spiegata su X dall’amministratore delegato di Epic, Tim Sweeney.
Perché Fortnite è bloccato
Per capire la situazione è necessario fare qualche passo indietro. Come vi abbiamo raccontato in modo approfondito, Apple aveva rimosso Fortnite da App Store nel 2020 per una baruffa sui pagamenti in-game che potevano essere effettuati al di fuori dell’Apple Store, violando il regolamento. Epic Store aveva quindi controbattuto portando il caso in tribunale e dopo numerosi colpi di scena e ribaltamenti di fronte, il gioco era tornato operativo sugli iPhone europei come diretta conseguenza del Digital Market Act, mentre negli Usa l’ultimo aggiornamento è quello della recente ordinanza del giudice Yvonne Gonzalez Rogers che impone a Apple di non riscuotere alcuna commissione sui pagamenti esterni. Epic Games ha colto immediatamente la palla al balzo, sottoponendo subito la pubblicazione del gioco sull’App Store statunitense. Dato che non aveva ricevuto risposte, ci ha riprovato, ricevendo un rifiuto.
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Quindi, la beffa: non solo negli Usa è arrivato il rifiuto, ma il gioco risulta inaccessibile sugli iPhone europei, dove era giunto tramite Epic Store, il negozio alternativo ora ammesso sul territorio del Vecchio Continente. L’amministratore delegato di Epic, Tim Sweeney, ha commentato su X: “La revisione delle app non dovrebbe essere utilizzata dalle alte sfere di un’azienda come strumento per ritardare o ostacolare la concorrenza, il giusto processo o la libertà di parola”.
Cosa succederà ora
Difficile che quanto capitato sfumi senza conseguenze, perché in ogni caso Apple ha lanciato una sfida che riguarda da vicino anche le decisioni della stessa giustizia statunitense. Si attende una comunicazione ufficiale da parte del brand californiano, nel frattempo a rimetterci sono soprattutto i giocatori europei, tirati in mezzo alla querelle senza poter far altro che aspettare che qualcosa si smuova.