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Web tax, come l’Europa potrebbe usarla per ripagare 350 miliardi di debito post Covid (e vendicarsi dei dazi di Trump)

da | Mag 16, 2025 | Tecnologia


La Commissione europea sta considerando di introdurre una nuova tassa sulle aziende digitali per aiutare a ripagare 350 miliardi di euro presi in prestito durante la pandemia. Il piano è emerso da un documento riservato ottenuto dal giornale Politico. Secondo un diplomatico europeo, la Commissione presenterà le diverse opzioni agli esperti nazionali il prossimo 22 maggio in un approccio graduale per preparare il terreno a consultazioni più ampie con i governi dei paesi membri. Il confronto si inserisce nel percorso verso l’accordo previsto per il 16 luglio, quando i Ventisette dovranno trovare un’intesa sul nuovo bilancio dell’Ue per il periodo 2028-2034.

Digital tax europea: il contesto internazionale e le tensioni con gli USA

Da anni la comunità internazionale cerca di riformare la tassazione delle multinazionali digitali attraverso il cosiddetto “Pilastro 1” dell’accordo Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo). Questo piano, sviluppato con la partecipazione di oltre 140 paesi, avrebbe dovuto ridistribuire i diritti di tassazione sui profitti delle grandi aziende tecnologiche, permettendo ai paesi in cui queste multinazionali generano ricavi di tassarle anche in assenza di una presenza fisica nel territorio.

Tuttavia, l’intesa non è mai stata finalizzata. Nel documento preparatorio visionato da Politico la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il commissario al Bilancio Piotr Serafin indicano proprio queste difficoltà come ragione per valutare l’introduzione di una web tax europea. L’accordo internazionale si è infatti arenato nel giugno 2024, quando il termine per l’attuazione è scaduto senza un’intesa. La situazione si è ulteriormente aggravata nel gennaio 2025 con il ritiro degli Stati Uniti dai negoziati, deciso dal presidente Donald Trump.

Ad ogni modo, Von der Leyen aveva già avvertito che l’Unione potrebbe procedere con una misura unilaterale qualora i negoziati commerciali con Washington fallissero dopo la tregua di 90 giorni in scadenza a luglio. Secondo il canale televisivo Cnbc Bruxelles starebbe considerando la digital tax anche come leva negoziale, forte del peso dell’Unione in settori chiave come il commercio, la tecnologia e le dimensioni del mercato interno. La proposta di una tassa digitale rischia però di mettere l’Europa in rotta di collisione con gli Stati Uniti, dato che colpirebbe principalmente giganti tecnologici americani come Google, Meta e Amazon. Gli Stati Uniti potrebbero vederla come una ritorsione contro i dazi che l’amministrazione Trump ha recentemente imposto su molti prodotti europei. Non a caso, paesi come Italia e Germania – che esportano molto verso l’America – si oppongono a questa soluzione. Del resto, le tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico sono già alte, al punto che molti esperti temono un vero e proprio conflitto commerciale se non si troverà presto un compromesso.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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