La virtual production sta cambiando il modo di rappresentare la realtà nel cinema. Una macchina, una giungla, un treno e un aereo: luoghi profondamente diversi e alquanto complicati dove girare scene di un film, di una serie tv o una pubblicità. Oggi però non è più necessario trovare spazi adatti per realizzarli. La tecnologia viene in aiuto, semplifica il lavoro e fa risparmiare in termini di sostenibilità e di elasticità progettuale nel flusso di una produzione video. E dimenticate il vecchio green screen: ora la virtual production si trova davanti la sfida più importante: rappresentare la realtà.
Installazioni tecnologiche video, audio e luci, progettazione e realizzazione scenografica anche per tour musicali (ad esempio il World Tour dei Måneskin), realizzazione contenuti multimediali, ingegnerizzazione e soluzioni custom ma, soprattutto virtual production, il più interessante ambito di evoluzione e sperimentazione in cui opera STS Communication.
Le aziende cambiano pelle, si evolvono ma devono essere anche lungimiranti nel riuscire a cogliere l’opportunità quando, anche solo vagamente, si prospetta davanti. STS Communication è nata 40 anni fa, ma in origine si occupava solamente di traduzione simultanea – come il loro logo ben ricorda. Col tempo il core business è diventato il mondo degli eventi e delle produzioni video, fino diventare leader nel mercato.
Una necessità che diventa opportunità
Mayla Bertin (Account Virtual Production Specialist di STS Communication) ci accoglie, appena arrivati negli studi di Bresso, poco fuori Milano. C’è un momento decisivo che ha cambiato il paradigma dell’azienda e dato una spinta notevole: la chiusura e il blocco totale degli eventi durante il lockdown. In una situazione del genere restava veramente poco da fare se non approfondire e migliorarsi.
“Questa innovazione è continuata con tutto il materiale e tutti i tecnici fermi. L’idea del direttore generale è stata quella di aprire questi studi. Quello in cui ci troviamo è stato il primo, dall’altra parte c’era il secondo studio, e nei nostri uffici che sono qui a 300 metri gli altri due. Conosciamo Pasquale Croce, che arrivava da EDI (Effetti Digitali Italiani), mondo della post produzione e VFX ma siamo bloccati col lavoro. Ci siamo ritrovati tutti per iniziare a studiare e concentrarci su questo tipo di tecnologia, grazie alla sua esperienza che arrivava da quel mondo e grazie alla nostra capacità tecnologica abbiamo unito le forze e adesso sono quasi cinque anni che siamo proiettati in questo mondo di pubblicità e cinema”.
La situazione del cinema in Italia e l’impatto sulle produzioni video
STS ha sede a Bresso, conta circa 40 dipendenti, 4 sedi e più di 60 freelance gestiti giornalmente e oltre 2000 eventi/produzioni realizzati negli ultimi due anni. Ovviamente, l’attività non si limita alla Lombardia, ma ha deciso di investire anche in Puglia nell’acquisto di nuovi spazi – un mega capannone per gli studi – poiché un dipartimento al sud a livello di sostenibilità e di mobilitazione può essere solo che un vantaggio, vista anche una film commission pugliese molto attiva. I mercati in Italia predominanti sono Milano per quanto riguarda la pubblicità e Roma per il cinema. Lo studio/teatro in cui ci troviamo è pronto per il cinema, ma la concorrenza con Roma rende tutto più complesso.