Con 137 sì, 83 no e 2 astenuti, la Camera ha approvato il decreto legislativo che limita l’ottenimento automatico della cittadinanza italiana con lo ius sanguinis rendendolo, di fatto, legge.
Lo ius sanguinis è il termine latino utilizzato per indicare il “diritto di sangue”, cioè quel principio giuridico che permette a un individuo di essere riconosciuto come italiano se discendente di un cittadino o di una cittadina italiana. Fino ad oggi, la materia era stata disciplinata da una legge del 1992 che prevedeva che, per ottenere la cittadinanza del nostro paese, bastasse che almeno uno dei genitori fosse italiano o aver avuto un antenato italiano vivo al momento della proclamazione del Regno d’Italia nel 1861.
Come verrà limitato lo ius sanguinis
Secondo la nuova legge, otterranno automaticamente la cittadinanza italiana tutte le persone nate all’estero ma con un genitore, un nonno o una nonna nati in Italia o, almeno, dotati di cittadinanza al momento della morte.
Tutti i bambini nati in Italia o, prima della loro nascita, con almeno un genitore già cittadino italiano che abbia vissuto nel nostro paese per almeno due anni consecutivi, acquisiranno automaticamente la cittadinanza italiana. Questa sarà riconosciuta anche a coloro che hanno presentato una domanda documentata entro la mezzanotte del 27 marzo 2025 e a chi l’ha ottenuta tramite un riconoscimento in un tribunale, un comune o un consolato.
Il provvedimento, composto da quattro articoli, prevede inoltre che la cittadinanza non sarà trasmessa automaticamente ai nati all’estero già in possesso di un’altra cittadinanza.
Il riconoscimento della cittadinanza sarà escluso anche per i nati fuori dall’Italia prima dell’entrata in vigore della legge, salvo che non ricorrano specifiche condizioni. Ad esempio, sarà possibile continuare a trasmettere automaticamente la cittadinanza a un figlio adottato nel caso in cui l’adottante, cittadino italiano, abbia risieduto in Italia per almeno due anni consecutivi prima dell’adozione.
Minore straniero o apolide
Per i minori stranieri o apolidi, discendenti di genitori italiani per nascita, la cittadinanza sarà acquisita nel momento in cui i genitori, in qualità di tutori, dichiarano la loro volontà di far loro acquisire la cittadinanza italiana. Dopo tale dichiarazione, il minore dovrà risiedere legalmente e continuativamente in Italia per almeno due anni, oppure la dichiarazione dovrà essere presentata entro un anno dalla nascita del minore o dalla data in cui la filiazione con il cittadino italiano è stata formalmente riconosciuta, anche in caso di adozione.