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Alpha, il film della regista di Titane presentato a Cannes è da svenimenti in sala

da | Mag 23, 2025 | Tecnologia


Ci sono quindi due dimensioni che vanno insieme nel film: quella della figlia che non fa che perdere sangue davanti a tutti, generando repulsione, orrore e panico; e quella della madre, che è intenta a salvare lei, e soprattutto a evitare in ogni modo che suo fratello muoia. Julia Ducournau fa solo film intensissimi, in cui tutto avviene in un clima di furia, ipercolorato e senza sosta. Alcune delle scene migliori sono quelle in cui Golshifteh Farahani, che interpreta la madre, rianima il fratello in overdose, con una determinazione, una tigna e una forza fisica che sono contagiose. Come se andasse a recuperare l’ultimo scampolo di vita a furia di massaggi cardiaci e urla. In una scena epica questo avviene in una riunione familiare, dentro una stanza chiusa, mentre in salotto si mangia.

È cruciale in tutto questo Tahar Rahim, il fratello emaciato, e il suo fisico. Ha perso 20 kg per il film, è scheletrico, e Julia Ducournau lo riprende come se i suoi organi volessero uscire dal corpo. Quello di Alpha è infatti un mondo sempre mostrato come lo percepiscono i personaggi, mai come è. Una passeggiata della protagonista su una passerella fuori dalla finestra è un delirio di vento e instabilità, perché lei soffre di vertigini. Alle volte, tutto intorno ai personaggi la strada e le macchine sono coperte dalla polvere arancione che esce dai corpi marmorei dei malati. Come se quel morbo fosse poggiato ovunque.

Chi conosce il primo film di Ducournau, intitolato Raw, può riconoscere in tutto questo una sua ossessione: quella per il sangue. In Raw era un sostituto per le pulsioni sessuali, in questo film per la paura della morte. È una costante di questa regista francese di eccezionale sensibilità, nata nel 1983 e cresciuta quindi con il body horror anni ’80, quel tipo di film dell’orrore in cui i corpi mutano, si squarciano, si aprono e con dolore diventano altro. Film come La mosca, Society, La cosa ma anche come il film d’animazione Akira, da cui Alpha riprende una grande idea: una schiena che a un certo punto si frantuma (come Tetsuo ha gli incubi del suo stomaco che si apre lasciando cadere gli organi). Julia Ducournau è figlia di David Cronenberg e di Shinya Tsukamoto, e non lo nasconde. Anzi. Ma se in quegli anni film di quel tipo non potevano che essere horror, oggi sono film d’autore puri.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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