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Nel visivamente sorprendente Lacuna di Maartjie Wegdam e Nienke Huitenga-Broeren ritrovare due anelli è l’obiettivo primario, seguendo la storia di Sonja e dei traumi della Seconda Guerra Mondiale, tra animazione 3d e footage personali, foto d’epoca e location spettacolari ricreate in realtà virtuale. In Chez Moi di Victoria Yakubova e Frederic Le Louet, invece, la voce di Fanny Ardant trasporta in un viaggio suggestivo tra memoria, migrazione e identità, tra Tashkent, Tel Aviv e Parigi. E se non riuscite più a tenere a bada lo stress, vi rivedrete pienamente in The exploding girl di Carolina Poggi e Jonathan Vinel, in cui si entra nella camera di una ragazza che vive con una rabbia costante per colpa di questo mondo alla deriva, e si assistono a tutte le sue 192 esplosioni quotidiane (finendo per spiare involontariamente anche la sua vita sessuale).
Ieri la giuria di Cannes Immersive, presieduta dal cineasta francese Luc Jacquet, e composta dalla poliedrica artista e autrice americana Laurie Anderson, dalla performer francese Tania de Montaigne, dalla regista britannica Martha Fiennes e dal creatore di videogiochi giapponese Tetsuya Mizuguchi ha premiato su tutti From Dust di Michel Van der Aa, un viaggio di 24 minuti tagliato su misura su ogni spettatore, per catapultarlo in un altrove reso possibile grazie all’uso massiccio dell’intelligenza artificiale.