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Montagne sommerse in Italia, la missione Ispra sta mappando le cime negli abissi

da | Mag 24, 2025 | Tecnologia


Montagne sommerse, affascinanti e misteriose. In Italia ce ne sono ben 79, alcune sono di origine geologica, altre vulcanica, tutte svettano tra i 150 e i 2000 metri di profondità, a oltre 12 miglia dalle coste. Ispra ha iniziato a esplorarle da vicino grazie a un veicolo robotico “rubato” all’oil & gas e trasformato in ricercatore di biodiversità per il suo intervento A14 Seamounts. Conclusa da poco la sua prima tappa, nel canale di Sicilia, ora sta risalendo il Tirreno. Questa missione speciale e inedita sulle montagne sommerse, è finanziata con parte dei 400 milioni di euro che il pnrr ha stanziato per il suo più generale progetto Marine Ecosystem Restoration (Mer). Fondi nazionali, ma su spinta puramente europei: attraverso Natura 2000 e la sua ufficiale strategia per la biodiversità, l’Unione entro il 2030 chiede a tutti i Paesi membri di mappare superfici naturali e aiutarla a proteggerne in totale almeno il 30%, anche di quelle marine. Con un perimetro bagnato dal Mediterraneo per quasi 14.000 km, l’Italia ha tutte le coste per fare la propria parte nel proteggere la biodiversità marina europea.

Tecnologia “work class” convertita alla scienza

Sulla sua scheda tecnica, il veicolo speciale utilizzato da Ispra viene definito un rov (remotely operated vehicle) “work class” ed è da tempo sfruttato dall’oil&gas in missioni di preparazione per la posa di condotte, cavi e il loro monitoraggio. Questo robot sottomarino dalle promettente capacità esplorative sembra però avere un futuro anche nel mondo della scienza, permettendo di mappare ecosistemi mai studiati prima, rivelando scenari straordinari e nuove specie nelle foreste di coralli e spugne che popolano gli abissi.

Il veicolo è stato equipaggiato con telecamera ad alta definizione e laser a distanza nota, per avere un riferimento metrico di quello che si osserva – spiega la ricercatrice di ecologia marina Michela Angiolillo, referente dell’intervento, intervistata da Wired Italia appena terminata la sua prima tappa siciliana – ci sono poi vari  sensori per raccogliere informazioni su temperatura, salinità, pH, CO2, ma i due elementi più innovativi sono un laser scan che scansiona il fondo e ne permette una ricostruzione fortemente dettagliata, e una fotocamera che permette di fare rilievi di fotogrammetria”. Il tutto, raggiungendo i 2000 metri di profondità, scoprendo quindi nuovi panorami e osservando con calma quelli finora solo visti con missioni “toccata e fuga”.

Biologia marina alpina

Finora i rilievo sul campo hanno raggiunto i 1000 metri ma già numerosi e importanti risultati. Il team Ispra ha esplorato a lungo le foreste sottomarine che, negli abissi, sono di animali invece che vegetali. Di coralli rossi, fino a 900 metri di profondità, tra i 100-140 e i 1000 anche di pennatulacei (detti “penne di mare”), coralli neri, coralli bianchi, assieme a spugne e banchi di ostriche e balani giganti. Tra gli esseri viventi incontrati, anche lo squalo vacca, un predatore di profondità che, attratto dalle luci e dai suoni del veicolo di ricerca, si è avvicinato ai ricercatori per ben tre volte e con loro sorpresa: non è un animale particolarmente socievole.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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