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Megalodonte, non era schizzinoso e i suoi piatti preferiti non erano solo quelli che potete immaginare

da | Mag 29, 2025 | Tecnologia


Pensavamo fosse ghiotto di balene. E invece il predatore all’apice della catena alimentare del Neogene, lo squalo megalodonte (Odotus megalodon), cacciava qualsiasi cosa incrociasse sul suo cammino, senza fare alcuna distinzione. A riferirlo sono stati i ricercatori della Goethe University di Francoforte, che hanno esaminato e confrontato i denti degli squali moderni con quelli fossilizzati del megalodonte, giungendo appunto alla conclusione che la sua dieta era molto più opportunistica di quanto pensato. Lo studio è stato pubblicato su Earth and Planetary Science Letters.

Lo squalo megalodonte

Vissuto tra i 20 e i 3 milioni di anni fa, questo cacciatore preistorico occupava una posizione di rilievo al vertice della catena alimentare, prima di estinguersi definitivamente. Come vi abbiamo raccontato, un recente studio della University of California-Riverside e della DePaul University, ci ha fornito una nuova immagine del megalodonte, secondo cui più che a uno squalo bianco assomigliava a uno squalo limone, con il corpo più lungo e affusolato. Tuttavia, non sapremo mai con certezza che aspetto avesse, dato che abbiamo a disposizione molti denti e solo alcune vertebre.

Lo studio sui denti

Secondo alcune stime, tuttavia, lo squalo megalodonte era lungo tra gli 11 e 25 metri circa. Così enorme, da far pensare che si cibasse di prede altrettanto grandi, come appunto le balene. Per capire la dieta del predatore, i ricercatori del nuovo studio hanno studiato nei suoi denti i rapporti tra due isotopi di zinco (il più leggero zinco-64 e il più pesante zinco-66), che sappiamo variare in base a diversi fattori, tra cui appunto l’alimentazione. Scendendo più nel dettaglio, quando i pesci alla base della catena alimentare mangiano immagazzinano meno zinco-66 rispetto allo zinco-64, mentre i pesci che si nutrono di questi pesci hanno ancora meno zinco-66. Va da sé che quando si arriva ai pesci in cima alla catena, si può osservare la quantità minima di zinco-66 rispetto allo zinco-64. Ed è proprio quello che hanno studiato i ricercatori nei denti del megalodonte e del suo cugino estinto Odotus chubutensis.

Una dieta variegata

Dato che non si sa esattamente cosa ci fosse alla base della catena alimentare 18 milioni di anni fa, epoca a cui risalgono i denti dello squalo megalodonte presi in esame, i ricercatori hanno poi confrontato i denti di megalodonte con quelli degli squali moderni. “L’orata, che si nutriva di cozze, lumache e crostacei, costituiva il livello più basso della catena alimentare che abbiamo studiato”, ha commentato Jeremy McCormack, tra gli autori dello studio. “Seguono specie di squali più piccole e gli antenati degli odierni cetacei, delfini e balene. Squali più grandi, come gli squali tigre, si trovavano più in alto nella piramide alimentare, e in cima c’erano squali giganti come l’Araloselachus cuspidatus e gli squali Otodus, che includono il megalodonte. Dalle analisi, è emerso che la differenza isotopica tra il megalodonte e i pesci al livello più basso della catena non era netta, suggerendo quindi che lo squalo non fosse un cacciatore schizzinoso. “Il nostro studio tende a delineare un’immagine del megalodonte come un generalista ecologicamente versatile”, ha commentato il co-autore Jeremy McCormack. “Il megalodonte era senza dubbio sufficientemente flessibile da nutrirsi di mammiferi marini e pesci di grandi dimensioni, sia dalla cima della piramide alimentare che dai livelli inferiori, a seconda della disponibilità”. Una strategia di caccia, quindi, opportunistica e simile a quella degli squali bianchi (Carcharias carcharodon), che con la competizione della stessa nicchia ecologica, probabilmente sono stati una delle cause che hanno portato all’estinzione dello squalo megalodonte.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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