Spara nel mucchio e spera di accaparrare qualche pollo. Sembra questa la tecnica che ha ispirato un attacco hacker ai danni di due canali YouTube tra i più popolari in Italia. Si tratta dei canali Tintoria e @pietrosparacino.
Stando a quanto risulta dalle notizie circolate online, a partire dai profili Instagram dei due stand up comedian, i loro canali sarebbero stati hackerati e al loro interno sarebbero stati veicolati dei link che conducevano a pagine malevole.
La reazione di YouTube non si è fatta attendere: la piattaforma ha bloccato sia Tintoria che @pietrosparacino che, nel momento in cui scriviamo, sono irraggiungibili.
Una reazione coerente con le policy di YouTube e che, si spera, contribuirà a mitigare il rischio che gli appassionati di stand up comedy finiscano vittima di quella che sembra essere una classica truffa in stile “pig butchering” (macellazione del maiale) che stanno proliferando sul web.
Come funzionano le truffe pig butchering
Questo genere di truffe rappresentano un fenomeno in costante aumento, che smuove interessi milionari. La strategia è quella del classico “schema Ponzi” o “truffa piramidale”. Gli autori del raggiro promettono profitti esorbitanti a fronte di investimenti limitati, condendo il tutto con qualche riferimento alle criptovalute per sfruttare l’hype del Bitcoin.
Dopo un investimento di proporzioni ridicole o un “contratto” per eseguire operazioni estremamente semplici e ripetitive online (come mettere dei like su video all’interno di piattaforme come la stessa YouTube) alla vittima viene prospettato un guadagno stratosferico.
Su Reddit, alcuni utenti hanno segnalato che i canali di YouTube dei due comici mostravano messaggi del tipo “Come trasformare 100.000 euro in 1 milione” o riferimenti alla costante crescita del valore delle criptovalute.
Chi abbocca viene indotto a iscriversi a quella che sembra una piattaforma di investimento, con tanto di sistemi di monitoraggio del valore delle criptovalute e gestione del portafogli. Il tutto, però, rimane esclusivamente sulla carta (o meglio, sullo schermo) e non ha un reale corrispettivo. In pratica, i truffatori ingannano le loro vittime facendogli credere di aver accumulato un credito online particolarmente cospicuo che in realtà non esiste.
A questo punto, i criminali cominciano a premere per convincere gli “investitori” ad aumentare il loro impegno e versare più denaro. Quando la vittima si stufa e decide di incassare, arriva il momento del “doppio pacco”: i truffatori si dicono disposti a versare il denaro accumulato, ma chiedono di versare una percentuale del capitale per coprire le spese. Inutile dire che, anche a fronte di questa ulteriore spesa, i malcapitati investitori non vedranno mai un euro di quanto promesso.




