È più sottile di un capello. Si tratta del violino più piccolo del mondo, appena creato da un team di fisici della Loughborough University, nel Regno Unito. Questo, precisiamo fin da subito, non è un vero e proprio strumento che si può suonare, ma un’immagine microscopica che rappresenta un esercizio di prova per testare le capacità di nuova tecnica di nanolitografia. Un sistema questo che consente ai ricercatori di costruire e studiare strutture su scala nanometrica, con lo scopo di identificare nuovi materiali e metodi per lo sviluppo della prossima generazione di dispositivi informatici.
Il violino più piccolo del mondo
Sebbene sia solo un’immagine e non uno strumento, e non è quindi possibile confermarlo ufficialmente come il violino più piccolo del mondo, i ricercatori sono sicuri di una cosa: è davvero minuscolo. Realizzato in platino, il violino misura solo 35 micron di lunghezza e 13 micron di larghezza (un micron equivale a un milionesimo di metro). Per renderci conto, un nostro capello ha un diametro compreso tra 17 e 180 micron, mentre i tardigradi misurano tra 50 e 1.200 micron. Ma perché proprio questo strumento? La scelta è stata fatta in riferimento all’espressione anglofona “Can you hear the world’s smallest violin playing just for you?” , usata per prendere in giro reazioni eccessive e, appunto, accompagnata da un gesto della mano che imita qualcuno che suona un piccolo violino tra il pollice e l’indice.
La miniatura
Per svilupparlo, i ricercatori si sono serviti del NanoFrazor, un macchina all’avanguardia che usa la litografia a scansione termica, una tecnica in cui una punta aghiforme riscaldata scrive motivi ad alta precisione su scala nanometrica. Per prima cosa, quindi, il team ha rivestito un piccolo chip con due strati di materiale gelatinoso, chiamato resist, posizionandolo poi sotto il NanoFrazor, che ha appunto usato la sua punta riscaldata per incidere il motivo del violino sullo strato superficiale. Dopo l’incisione, è stato depositato un sottile strato di platino e, infine, un risciacquo con l’acetone ha rimosso il materiale rimanente, rivelando il prodotto finale, i cui dettagli possono essere osservati solo al microscopio.