Umberto Boccioni è protagonista della seconda prova della Maturità 2025. Ma non, come si potrebbe pensare, al liceo artistico, bensì al liceo scientifico. Tra i problemi che i maturandi di questo indirizzo devono affrontare, infatti, c’è anche il classico studio di funzione che prende il via questa volta da un dettaglio di un’opera del maestro futurista, Forme uniche della continuità nello spazio del 1913: si tratta di una celebre scultura che negli intenti del suo creatore vuole rappresentare nella staticità della materia tutto il movimento e la fluidità dell’azione umana, in un crogiolo rappresentato da una figura umana le cui forme si proiettano in diverse direzioni. Proprio un lembo di questa scultura – che tra l’altro è rappresentata anche sulla moneta da 20 centesimi di euro – può essere approssimato da una funzione su cui i maturandi sono chiamati a lavorare.
Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni (1913)DEA /G. CIGOLINI/Getty Images
Nato nel 1882 a Reggio Calabria, Boccioni è stato pittore, scultore e scrittore ma soprattutto uno degli esponenti più noti del futurismo, di cui interpreta soprattutto la volontà di rinnovare le arti introducendo la forza della dinamicità e del movimento in forme espressive che storicamente erano caratterizzati da staticità e immobilismo. Fin da giovane s’interessa all’arte, frequentando a Roma lo studio di uno dei precursori del futurismo, Giacomo Balla. Trasferitosi a Milano, intuisce il fermento della città in continua ascesa industriale e artistica, e proprio qui conosce Filippo Tommaso Marinetti, con cui tra il 1910 e il 1911 collabora per la stesura del Manifesto tecnico del movimento futuristico e il Manifesto dei pittori futuristi, che coinvolgono anche Carrà, Russolo, Severini e lo stesso Balla. Sono gli stessi anni in cui Boccioni sperimenta con la pittura, allontanandosi dal classicismo e piegando linee e forme per dare l’idea del movimento (Dinamismo di un ciclista, Dinamismo di un calciatore).
Non pago, si rivolge anche alla scultura: “In questi giorni sono ossessionato dalla scultura! Credo di aver visto una completa rinnovazione di quest’arte mummificata”, scrisse nel 1912. Lavora dunque sul gesso (le versioni in bronzo delle sue sculture vedranno la luce solo dopo la sua morte) per spezzare e sovrapporre le forme, estenderle al di là delle prescrizioni anatomiche, renderle spigolose, ripiegate, estese in modo da simulare nella fissità della materia il movimento di arti e appendici. Nascono così statue rivoluzionarie come Sviluppo di una bottiglia nello spazio o L’antigrazioso (La madre), e appunto anche Forme uniche, opera che verrà poi riprodotta in diverse copie presenti nei musei del tutto il mondo (da Londra a New York), ma visibili anche in Italia al Museo del Novecento di Milano e alla Galleria nazionale di Cosenza. Fervido interventista, Umberto Boccioni partecipa di slancio alla prima guerra mondiale ma muore precocemente, all’età di 34 anni, dopo una caduta incidentale da cavallo nell’agosto 1916.