L’etichetta energetica per gli smartphone è realtà, ma c’è subito un “giallo”. Perché gli iPhone sono in classe energetica B? Le etichette note come energy efficiency label sono ufficiali anche per smartphone e tablet dallo scorso 20 giugno, rispettando le richieste dell’Unione Europea. Scorrendo nel database pubblicato sul portale di riferimento, salta subito all’occhio la grande mole di modelli che rientrano nella classe energetica A, mentre le proposte di Apple si piazzano un gradino sotto, nel raggruppamento B. La scelta è dipesa direttamente dal brand californiano, che ha contestualmente emesso un corposo documento a titolo di chiarimento.
La classe energetica degli iPhone
Apple è presente nel database ufficiale sul portale dell’Ue con modelli di iPad e iPhone. I tablet sono in una forbice compresa tra le classi E e G, mentre gli smartphone sono tutti in classe B, nello specifico si spazia dalla famiglia iPhone 16 ai due iPhone 15 e 15 Plus fino al recente iPhone 16e, quindi tutti i melafonini in catalogo:
- Apple iPhone 16 (codice modello A3287) – 37 ore di autonomia
- Apple iPhone 16 Pro (A3293) – 37 ore
- Apple iPhone 16 Plus (A3290) – 48 ore
- Apple iPhone 16 Pro Max (A3296) – 48 ore
- Apple iPhone 16e 5G (A3409) – 41 ore
- Apple iPhone 15 (A3090) – 43 ore
- Apple iPhone 15 Plus (A3094) – 45 ore
Come si può apprezzare scorrendo nel database in accordo al Regolamento (UE) 2023/1669, tutti i modelli presentano la protezione IP68 per contatto con liquidi e polveri e classi C per quanto riguarda la resistenza a cadute ripetute e per la riparabilità. È bene sottolineare come tutti i valori che si troveranno sulle etichette sono frutto di report emessi dagli stessi produttori, che hanno eseguito valutazioni in accordo ai regolamenti. Perché, dunque, gli iPhone presentano valori più bassi rispetto alla media degli altri modelli, inclusi anche smartphone molto economici? La risposta arriva da Apple stessa.
La scelta di Apple
Il brand californiano ha redatto un esteso documento di 44 pagine che si dedica in toto a spiegare la metodologia adottata per la compilazione dei report e, quindi, alle etichette che appariranno sugli smartphone in vendita. L’introduzione a pagina 2 è significativa: “Il nuovo regolamento Ue sull’etichettatura energetica per smartphone e tablet prescrive diversi metodi di prova provvisori contenenti un linguaggio poco chiaro. Di conseguenza, alcuni parametri sull’etichetta energetica sono influenzati dalle scelte fatte dai produttori e dai laboratori di prova che interpretano il regolamento”. Partendo da questa premessa, Apple aggiunge come “L’obiettivo di questo documento è spiegare la metodologia di test scelta da Apple e i punteggi risultanti che, in alcuni casi, sono stati volontariamente abbassati per tenere conto di potenziali differenze interpretative”.
A pagina 9 c’è la spiegazione più limpida sulla scelta di Apple di auto-declassarsi, dato che non avrebbe avuto problemi a indicare classe A: “I punteggi dell’Indice di Efficienza Energetica per i modelli di iPhone sul mercato Ue a giugno 2025 si sono qualificati tutti per il massimo livello “A”, ma Apple ha scelto di ridurre volontariamente i punteggi a un livello “B” per ridurre al minimo la probabilità che un tester di terze parti che interpretasse diversamente il regolamento ottenesse un livello inferiore. Per lo stesso motivo, abbiamo anche declassato i punteggi per la Classe di Affidabilità in Caduta Libera Ripetuta“. In merito ai parametri sulla resistenza alle cadute, Apple dichiara a pagina 19 come ci siano: “Ambiguità chiave nei test di caduta e ribaltamento prescritti che rendono i risultati imprevedibili e difficili da replicare“
Riguardo alle classi molto basse degli iPad, Apple spiega che la scala di valutazione dell’efficienza energetica svantaggia i modelli top di gamma dato che non si tiene in considerazione il mix di dimensioni di schermo, risoluzione o tecnologia pannello. Si può leggere a pagina 18: “Un tablet da 7 pollici a bassa risoluzione, utilizzato principalmente per la lettura, è classificato allo stesso livello di un tablet da 13 pollici per uso professionale, con prestazioni paragonabili a quelle dei computer portatili“.
I punti isolati da Apple sembrano validi e coerenti, non è utopia immaginare che il regolamento europeo possa quindi essere revisionato in merito alle criticità evidenziate. Nell’attesa che qualcosa eventualmente cambi, il colosso californiano sceglie dunque la via più conservativa.