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Chi ha inventato la ruota? Un’ ipotesi arriva con l’aiuto di una simulazione al computer

da | Giu 24, 2025 | Tecnologia


Non tutti concordano su questo punto, però. I critici fanno notare i molti limiti che ha il trasporto di pesi su rulli rotanti, come la necessità di spostare continuamente i rulli che ci si lascia alle spalle, rimettendoli di fronte al carico. E la precondizione di lavorare su un terreno pianeggiante e lungo un percorso privo di curve, perché possano essere utilizzati. Tutti elementi che ne riducono la praticità, e quindi probabilmente la diffusione. E che renderebbero difficile immaginarne un utilizzo tanto comune da portare alla loro evoluzione in ruote. È per rispondere a questi interrogativi che nasce il nuovo studio.

La simulazione

Per la loro simulazione, i ricercatori hanno ipotizzato che le ruote con asse fisso sia proceduta per gradi, partendo da cesti trainati su rulli di legno, che sono poi stati alloggiati all’interno di apposite scanalature trasformandoli in rudimentali carrelli, e da lì, un po’ alla volta, si siano evolute fino a trasformarsi nella loro forma finale.

Utilizzando una simulazione computerizzata, i ricercatori hanno chiesto al pc di seguire il percorso di questa possibile evoluzione utilizzando un principio guida: quello del guadagno meccanico, cioè di passare da un modello all’altro seguendo una traiettoria che aumentava costantemente l’efficienza delle ruote nel convertire in movimento l’energia con cui veniva spinto il carrello. In pratica, procedendo per migliorie costanti.

Chi ha inventato quindi la ruota?

Il risultato della simulazione è stato un percorso che ha portato, per gradi, ad arrivare a un design identico a quello delle ruote dei carrelli in miniatura della cultura Boleraz. Cosa possa aver spinto i minatori dei Carpazi in questo processo di costante miglioramento dei loro carrelli non è chiaro: potrebbe essere il caso, ad esempio, che l’usura provocata dalla frizione abbia scavato frequentemente i rulli, dandogli via via una forma più simile a ruote e al contempo una maggiore facilità di utilizzo. O magari che le parti centrali dei rulli ad un certo punto siano state lavorate per restare sollevate da terra, ed evitare piccoli ostacoli, e che i minatori poi si siano accorti che così spingere i carichi era anche meno faticoso, e abbiano iniziamo a migliorare costantemente il design dei loro carrelli.

Quel che sembra certo è che partendo da un cesto appoggiato su rulli di legno, e cercando di migliorarne costantemente l’efficienza in termini di guadagno meccanico, quello che ci si trova in mano alla fine sono proprio due paia di ruote attaccate ad un asse fisso. Non sapremo mai, probabilmente, se è così che sono andate davvero le cose. Se sono stati realmente i minatori dei Carpazi i primi ad utilizzare la ruota come sistema di trasporto. E se siano stati loro a diffonderla poi in Europa e nel resto del mondo. L’ipotesi però è plausibile, possibile, e supportata da ritrovamenti archeologici e simulazioni digitali. E sicuramente meglio di così, al momento, è difficile fare.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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