Il cuore tecnologico degli aspirapolvere pensati per gli allergici è il sistema di filtraggio, e in particolare i cosiddetti filtri hepa (High Efficiency Particulate Air), in grado di trattenere una percentuale altissima di particelle microscopiche (dai pollini agli acari, fino alle polveri sottili) con un’efficienza che può superare il 99,995% nei modelli hepa H14. I più comuni nei prodotti consumer sono categorizzati H13 (efficienza ≥99,95%) e H12 (≥99,5%), ma al di là di questo, ciò che fa davvero la differenza è l’integrazione del filtro in un sistema ermetico: non serve a nulla avere un filtro hepa se l’aria bypassa il sistema e fuoriesce da fessure mal progettate.
In alternativa, o in aggiunta, ci sono i filtri ad acqua, che usano l’acqua come barriera fisica per intrappolare la polvere: l’aria sporca viene convogliata in un serbatoio liquido dove le particelle si legano alle molecole d’acqua e precipitano. Questo approccio è particolarmente apprezzato perché riduce anche la possibilità di ricontatto con gli allergeni durante lo svuotamento del contenitore, ma si rivela più utile per contrastare i pollini piuttosto che gli acari della polvere.
Infine, va citato il contributo dei sistemi ciclonici, soprattutto nei modelli senza sacco: sfruttano la forza centrifuga per separare l’aria dalla polvere prima che raggiunga i filtri. Non filtrano in senso stretto, ma alleggeriscono il carico sul sistema hepa e migliorano la costanza delle prestazioni, riducendo l’intasamento e mantenendo alto il flusso d’aria.