“Chi gestisce le varie politiche e i finanziamenti pubblici sul tema, spesso non ha la più pallida idea di cosa voglia dire vivere con una condizione di disabilità. Devono chiederci più informazioni invece che continuare a fare tagli sui finanziamenti o sugli ausili protesici”. Con queste parole, Davide Morana rivolge direttamente ai decisori politici che si occupano di disabilità, senza usare mezzi termini.
All’evento di Wired, The Big Interview, l’atleta paralimpico italiano, nato il 25 maggio 1993 a Palermo, mette nero su bianco le difficoltà che affrontano ogni giorno le persone con disabilità. Parte dalla sua storia: a 24 anni, mentre si trovava in Spagna per motivi di studio, è stato colpito da una meningite batterica che gli ha causato l’amputazione dei quattro arti. Dopo una riabilitazione durata cinque mesi, supportato anche da una campagna di solidarietà dall’Italia e dalla Spagna, Morana, da sempre sportivo, torna all’attività agonistica, dedicandosi all’atletica leggera grazie a delle protesi in fibra di carbonio, diventando atleta paralimpico della nazionale italiana nel 2023 e partecipando a maggio 2024 ai Mondiali paralimpici di Kobe (Giappone) nei 100 m e 400 m T62.
Ad aiutarlo nel suo percorso di riabilitazione è stata proprio la mentalità sviluppata negli anni di attività sportiva: “Lo sport è la quintessenza dell’essere umano, ti mantiene in contatto con la realtà della vita, con il sacrificio e il dover affrontare continuamente degli ostacoli – racconta l’atleta – Lo sport ti fa accettare la sconfitta, valorizzando tutto il lavoro precedente, portandoti a raggiungere nuovi obiettivi. Ti aiuta a pensare che quel dolore è lì perché ci fa imparare delle cose che poi ci serviranno tutti i giorni nel rapporto con se stessi e con gli altri. Lo sport è una medicina soprattutto per la mente”.
Davide Morana è coinvolto anche in iniziative per la prevenzione e l’accesso alle protesi, è ambassador della Asociación Española contra la Meningitis e collabora con Sanofi, Famiglia Cristiana. Nel suo intervento ha sottolineato le mancata presenza delle protesi sportive nel catalogo delle protesi a livello nazionale a carico del sistema sanitario: “Lo sport non viene considerato e questa è un’ingiustizia, viene visto come un hobby mentre invece è una necessità – spiega nel suo intervento – Pensate quanto margine di miglioramento c’è e quanto potenziale stiamo perdendo come società a causa del mancato finanziamento delle protesi sportive per chi ne ha bisogno. La sanità pubblica è un bene e va protetta e deve vedere questo aspetto come un investimento sul futuro. Le associazioni si sforzano di dare un aiuto a quelle famiglie che non riescono ad affrontare quei costi”. Come ha ribadito a margine del suo intervento, i costi per queste protesi sono molto elevati: “Si tratta di lamine da 7mila o anche 8 mila euro, non si tratta di poche centinaia di euro, e un sistema come il nostro non può fare affidamento solo sulle associazioni. Dovrebbe esserci un sistema che ti accompagna in qualsiasi condizione difficile tu debba affrontare”.
Dal 2024 è entrato a far parte del programma globale Team Visa, nato nel 2000, che fornisce agli atleti gli strumenti, le risorse e l’aiuto necessario a raggiungere i loro obiettivi dentro e fuori dal campo: “Con Visa condividiamo i valori dello sport visto che è anche sponsor olimpico e paralimpico. È importante che aziende grandi come Visa diano spazio anche a noi per normalizzare la disabilità. Servono degli esempi tangibili di cosa voglia dire oggi avere una disabilità affrontando sfide quotidiane”.
Morana, ha spesso definito la disabilità come una condizione e non un limite, e dal palco di The Big Interview aggiunge: “C’è chi riesce ad affrontare la disabilità con i propri mezzi e chi invece prova vergogna a chiedere aiuto – conclude – Io penso che l’aiuto vada chiesto e consiglio sempre di accettare la propria condizione di disabilità perché si sta capendo che non siamo persone limitate. Le nostre storie ne sono un esempio. Mi piace pensare che in futuro non sarà più necessario specificarlo”.