Le coreografie d’azione sono sostenute da un valido montaggio e quasi tutte sono integrate in un contesto da commedia. Il risultato è un film ipercinetico, mai noioso sempre divertente. Elba e Cena, che hanno scoperto di avere un’ottima intesa sul set di Suicide Squad, confidavano in questa reunion e la loro alchimia è un evidente bonus per Capi di Stato in fuga: la competizione sfrenata e i battibecchi legati al clash culturale tre le rispettive culture offrono parecchio divertimento. “Capi di Stato in fuga è un mix di azione, spionaggio e commedia” ha confermato Naishuller. “Sono un fan degli action degli anni ’80 e ’90 e quando mi hanno proposto questo film, che originariamente doveva essere un thriller d’azione, ho pensato che farebbe stato molto più interessante farne un action comedy in stile buddy cop movie” ha ricordato Naishuller. “Allora ho pensato di fare del personaggio di John una star del cinema diventata presidente. Così, per fornire un’ottima prospettiva comica su tutto. Il suo personaggio pensa di sapere quello che fa, di essere un vero guerriero, ma non è così, e questo è divertente. Trovare il tono giusto ha richiesto molta riflessione. Non è stato facile, ma non è stato particolarmente difficile, grazie a gli attori che abbiamo scelto”.
Chiabella James
Il confine tra ridicolo e autoironico, tra eccessivo e sfrenato, tra stravagante e stupido è sottile ma Capi di Stato in fuga balla su quel confine restando sempre dalla parte giusta. Naishuller trova l’equilibrio ideale tra azione e commedia, ma è il dono dell’ironia a elevare il suo film. Non prende il tutto troppo sul serio, ma ha l’audacia di inserire nella narrazione un discorso di natura politica, una mossa rischiosa che poteva rivela deleteria. Quando, infatti la vicepresidente degli Usa interpretata da Carla Gugino che presiede il G20 prende la parola a proposito del coinvolgimento degli Usa nella Nato commenta: “[Noi americani] Coltiviamo, estraiamo il petrolio, produciamo. Nel frattempo mandiamo la nostra gente a morire nelle guerre degli altri. Questa non è una collaborazione. Noi diamo, loro prendono”. Sono poche parole che fanno venire i brividi, nelle quali c’è tutta l’oscena arroganza e ipocrisia di un Paese in preda di leader pericolosi e fuori controllo resi folli dalle manie di grandezza. Naishuller si prende quel rischio e trasforma Capi di Stato in fuga in qualcosa di più che lo spensierato intrattenimento dell’estate.