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Come trasferire playlist Spotify verso altri servizi

da | Lug 3, 2025 | Tecnologia


Come trasferire playlist Spotify verso altri lidi senza troppa fatica e in pochi passaggi? Può capitare di voler abbandonare il celebre servizio di musica in streaming per provare altri portali oppure trovandosi in dissenso col proprietario Daniel Ek che finanzia startup impegnate nel segmento bellico. Qualsiasi sia la motivazione, è più che preventivabile che dopo anni di utilizzo si sia creata una lunga lista personale di brani accuratamente scelti nel tempo. Pensare di ricopiare una canzone alla volta può essere una buona idea solo per elenchi estremamente corti, in caso contrario si corre davvero il rischio di passare giorni e giorni per completare l’iter. Per fortuna arrivano in soccorso utilità già predisposte, ecco le migliori.

Esportare file da Spotify

Il primo metodo è quello di esportare playlist Spotify in formato testuale tipo file word oppure meglio ancora con un file excel in formato .csv. Ci sono servizi che possono svolgere questo procedimento in automatico, per esempio:

  • Spotlistr – richiede di autenticarsi con le proprie credenziali di Spotify e restituisce un file organizzato con tutto ciò che serve.
  • Chosic – funziona nello stesso modo, ma ha il vantaggio di non richiedere necessariamente di accreditarsi con la propria utenza di Spotify, seppur limitando le liste a massimo 3000 brani.

In tal modo, si avrà un file dal quale poi si potrà partire per selezionare le canzoni che davvero interessano. Quindi, dal nuovo servizio si può creare manualmente una nuova playlist inserendo man mano tutti i brani. E se si volesse automatizzare anche l’importazione?

Importare le playlist esportate da Spotify

Ci sono servizi che possono anche importare questi elenchi in formato .csv su altri portali come Apple Music, Youtube Music, Tidal, Deezer, Amazon Music e via dicendo, oppure fare tutto in automatico. Si possono segnalare:

  • TuneMyMusic: può consentire l’importazione delle playlist verso altri servizi alternativi a Spotify con un limite di 500 brani per la versione gratis, altrimenti si parte da circa 4 euro al mese di abbonamento.
  • Soundiiz: un servizio del tutto analogo, che però limita i brani della versione free a 200, altrimenti si parte da 5 euro per la versione a pagamento.
  • Songshift è un’app per iOs che consente di trasferire le playlist tra i vari servizi (uno alla volta nella versione free) oppure di condividerle con gli amici

Va da sé che il prezzo da pagare, oltre a quello eventualmente richiesto per playlist corpose che sconfinano dalla versione free, è quello di accedere coi propri dati di Spotify e del nuovo servizio a un portale esterno. Per chi cerca la massima privacy, quindi, è bene considerare metodi manuali, più faticosi ma anche più riservati.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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