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Sicurezza online in Italia: 1 su 2 ha subito episodi di odio e revenge porn. Dati Agcom

da | Lug 3, 2025 | Tecnologia


Il rapporto sull’alfabetizzazione mediatica e digitale in Italia dell’Autorità garante per le comunicazioni parla di almeno 8 persone su 10 preoccupate per il bullismo e la disinformazione online. In aumento l’attenzione dei genitori di minorenni: 8 su 10 ricorrono a qualche forma di regola, mentre il 13% sceglie il divieto assoluto

Un italiano su due è spaventato dal mondo online. Lo dice il rapporto AGCOM “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana”, presentato oggi alla stampa dal Presidente dell’Autorità, Giacomo Lasorella, dal Commissario Massimiliano Capitanio e dal Direttore del Servizio Studi e Analisi Tecniche, Mario Staderini. Come emerge dai dati, ottenuti sulla base dei risultati di un questionario somministrato a un campione di oltre 7 mila individui, rappresentativo della popolazione italiana dai 6 anni in su, a più della metà della popolazione è capitato di imbattersi in rete in contenuti di odio, disinformazione e revenge porn. Otto persone su dieci si dicono preoccupate per quanto può accadere nel mondo digitale ma, nonostante ciò, sono ancora molte le persone (il 44,1%) che non hanno avvertito la necessità di chiedere aiuto o suggerimenti per un utilizzo più critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. La propensione a cercare sostegno è più alta tra i minorenni: oltre la metà di loro si rivolge alla famiglia, circa un terzo agli insegnanti, mentre il 30% della fascia 14-17 anni ad amici e compagni di scuola.

Consapevolezza online

Oltre ai pericoli online, il rapporto mette in luce i principali fabbisogni digitali della popolazione italiana. Il gruppo di utenti di internet costituisce ormai la gran parte della popolazione: in Italia il 90% delle persone naviga in Rete tutti i giorni e quasi il 48% per più di 4 ore al giorno. Tuttavia, nonostante l’utilizzo di Internet sia ormai alla portata di tutti, sono ancora troppo poche le persone che lo utilizzano con la giusta consapevolezza. Il 41% della popolazione dai 14 anni in su, infatti, non è a conoscenza del ruolo degli algoritmi di raccomandazione utilizzati dalle principali piattaforme online, mentre il 64,6% ha un livello nullo o scarso di alfabetizzazione algoritmica. Il 48% è a conoscenza della possibilità di personalizzare la propria esperienza di fruizione sulle piattaforme online, e, tra questi, più dell’80% utilizza almeno uno strumento di curation editoriale e più del 60% un tool di segnalazione dei contenuti. 

Device tecnologici

I device tecnologici sono sempre più presenti nella quotidianità degli italiani. Due persone su tre possiedono infatti smart tv e computer portatili e l’80% utilizza questi strumenti per accedere ai media anche durante i pasti: in quattro casi su cinque ciò che si guarda sono i programmi televisivi. Tra gli under 35 è diffuso l’uso dei social media e delle piattaforme di condivisione video. Circa la metà accede ad Internet per almeno quattro ore al giorno, in particolare per informarsi (soprattutto adulti e anziani), comunicare con amici (soprattutto i ragazzi tra i 14 e i 17 anni) e fruire di contenuti audiovisivi.

Divieti ai minori

In aumento anche l’attenzione che i genitori usano nei confronti dei figli minorenni che chiedono l’accesso alla rete. Il rapporto registra famiglie sempre più sensibili: 8 su 10 ricorrono a qualche forma di regola, mentre il 13% sceglie il divieto assoluto e il 4,8% lascia totale libertà. Diverse le strategie di mediazione genitoriale: le più diffuse sono la definizione di limiti di tempo o di fasce orarie nell’utilizzo di Internet e tv (utilizzate da due genitori su dieci) e il ricorso a strumenti di parental control. Età e livello di istruzione differenziano l’atteggiamento dei genitori: over 45 e laureati adottano più spesso strategie di monitoraggio e co-using; i più giovani e meno istruiti prediligono le restrizioni.

Come difendersi

Stando ai dati, sono otto su dieci gli italiani preoccupati per i rischi del mondo digitale ma tra loro non ci sono i minorenni che non percepiscono i rischi riconosciuti dai più grandi. Ma quali possono essere le azioni di contrasto contro i pericoli del digitale? Controllare e segnalare abusi dovrebbero essere le prime azioni da fare ma solo un terzo della popolazione verifica la fonte del contenuto e della notizia potenzialmente rischiosa. Più alto è il titolo di studio, più aumenta la frequenza di segnalazioni e verifiche. Quasi la metà della popolazione non si rivolge ad alcun soggetto per avere indicazioni e suggerimenti per un utilizzo critico e consapevole dei mezzi di comunicazione.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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