Per superare il test di accesso a medicina, odontoiatria o veterinaria non serve sapere chi ha scritto il romanzo La Certosa di Parma (una delle domande dell’esame di ammissione nel 2024) e su questo siamo tutti concordi. Con la nuova riforma, firmata dalla ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, l’accesso a Medicina, odontoiatria e veterinaria seguirà nuove regole ma con ancora molte domande aperte.
Come funziona il nuovo modello?
Gli aspiranti medici, dentisti e veterinari potranno accedere liberamente al cosiddetto “semestre aperto”, a patto di completare le procedure di immatricolazione entro il mese di luglio. Le università, in piena autonomia, definiranno le modalità didattiche per l’erogazione delle attività formative. Alcuni atenei, come Padova e Palermo, offriranno esclusivamente lezioni a distanza per gestire l’elevato numero di iscritti, mentre altri – come La Sapienza di Roma – adotteranno una formula mista, in presenza e online. Le lezioni inizieranno il 1° settembre e si concluderanno entro il 30 novembre. Il semestre aperto prevede tre insegnamenti da 6 crediti formativi (cfu) ciascuno: chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia.
Per l’iscrizione è previsto un contributo forfettario di 250 euro da versare all’Ateneo e lo studente dovrà indicare la sede in cui intende frequentare il semestre aperto, insieme al corso affine prescelto. Inoltre, dovrà indicare almeno 9 sedi alternative (per un totale di 10 scelte) per la frequenza del semestre aperto e almeno 10 sedi preferite per l’iscrizione al corso affine nel secondo semestre.
Quali sono i corsi ‘affini’?
Chi non supera la selezione dei test di medicina dopo il ‘semestre aperto’ potrà proseguire nel corso affine indicato in fase di iscrizione con la possibilità di vedersi riconosciuti i crediti formativi acquisiti (18 cfu). I corsi affini, nella pratica, rappresenterebbero una sorta di ‘scelta cuscinetto’ pensata per offrire un’alternativa agli studenti esclusi dalla graduatoria. Tra questi rientrano: biotecnologie, scienze biologiche, farmacia, scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali, alcuni corsi delle professioni sanitarie (come infermieristica, educazione professionale, ortottica, podologia…).
Vengono considerati “affini”, nel caso delle professioni sanitarie, i corsi che l’anno precedente non sono riusciti a riempire almeno il 90% dei posti disponibili. Lo studente potrà essere ammesso anche in sovrannumero e se nella sede prescelta i posti risultano esauriti, sarà possibile essere assegnati a una sede alternativa dove ci sia disponibilità. Per l’anno in corso, inoltre, non verranno applicati i limiti massimi di iscritti per corso, in modo da facilitare le ammissioni in sovrannumero.
Come avviene la selezione dopo il “semestre filtro”?
Gli esami relativi ai tre insegnamenti del semestre aperto si svolgeranno in contemporanea in tutte le università coinvolte. Sono previsti due appelli alla fine del corso, distanziati tra loro di almeno quindici giorni. Il semestre aperto può essere ripetuto fino a tre volte, anche in anni accademici non consecutivi e gli studenti che si iscrivono nuovamente potranno scegliere se mantenere o annullare i voti degli esami già sostenuti, in modo da tentare di migliorare il punteggio complessivo.