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Data center fra dazi e cambiamento climatico: le polizze assicurative potrebbero quadruplicare

da | Ago 13, 2025 | Tecnologia


La costruzione di data center è complessa e richiede sistemi avanzati per il raffreddamento, l’alimentazione, la tecnologia e la sicurezza. Secondo un paper di Axa sono numerose le variabili da tenere in considerazione in un progetto: disponibilità di manodopera specializzata, in particolare di figure con esperienza in ambito elettrico e meccanico; danni fisici (dal vandalismo agli incendi passando per altri danni inattesi che impattano sui tempi di cantiere e sui canoni di locazione); errori nella progettazione dovuti a calcoli non conformi alla necessità di approvvigionamento energetico e idrico; esposizione dei lavoratori a rischi e pericoli e dunque la necessità di rigorosi protocolli di sicurezza.

E ci si mette anche il cambiamento climatico: l’aumento delle temperature impatta sulla gestione energetica e secondo uno studio della società di risk intelligence Verisk Maplecroft, l’aumento delle temperature globali rappresenta un rischio crescente per la resilienza di ben oltre la metà dei 100 principali hub di data center al mondo. Addirittura secondo stime di XDI Cross Dependency Initiative, un quarto dei data center è minacciato dal cambiamento climatico, per un totale di 9mila siti considerati vulnerabili. Una situazione che potrebbe far triplicare e in alcuni casi quadruplicare i costi assicurativi entro il 2050.

Proliferano le polizze ad hoc

È notizia recente il taglio del nastro da parte di Marsh (divisione di Marsh McLennan, fra i principali broker assicurativi e risk advisor al mondo) di Nimbus, una nuova struttura assicurativa – che conta anche sul supporto di un team di Lloyd’s – che offre ai clienti una copertura completa per la costruzione di data center di grandi dimensioni nel Regno Unito e in Europa. La società prevede fino a 1 miliardo di euro di copertura all-risk per l’edilizia e fino a 350 milioni di euro di copertura aggiuntiva per il ritardo nell’avvio dei progetti. “I data center stanno rapidamente diventando la quarta utility e sono le sale macchine dell’economia globale. Dato il ruolo cruciale che svolgono oggi nelle telecomunicazioni, nei sistemi informatici e nell’archiviazione dei dati, è essenziale che la loro costruzione venga completata nei tempi e nel budget previsti”, sottolinea Kelly Looney, top manager della divisione britannica.

E per restare alle notizie recenti Aon – altro colosso del settore – ha lanciato un programma assicurativo ad hoc per “coprire” i progetti di data center dalla costruzione fino all’operatività. Si tratta del Data Center Lifecycle Insurance Programme (DCLP) che prevede fino a 1,5 miliardi di dollari di copertura per rischi di costruzione, danni alle proprietà e interruzione dell’attività, e fino a 400 milioni di dollari di protezione contro i danni informatici e fisici durante la costruzione e 500 milioni di dollari di assicurazione per il trasporto di carichi. “I data center non sono più solo risorse fisiche, ma piattaforme per l’innovazione, la connettività e la crescita economica“, evidenzia Brian Hearst, amministratore delegato del settore costruzioni di Aon.

Tenendo conto inoltre dell’evoluzione cavalcata dall’intelligenza artificiale e dall’edge computing si fanno strada nuove necessità. “La giusta polizza assicurativa non solo deve coprire i rischi tradizionali, ma deve aiutare a gestire le sfide emergenti – è il parere degli esperti di Lockton, altro broker assicurativo fra i colossi mondiali – Per esempio, è necessaria una copertura per la transizione verso fonti di energia rinnovabili, il rispetto della conformità ESG e la protezione dalle minacce informatiche avanzate”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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