Nel sequel del racconto sul killer in pensione costretto e tornare in azione dopo essersi messo contro la mafia russa, ritroviamo Bob Odenkirk di Hutch. Perseguitato dai guai, va in vacanza con la famiglia ma finisce (di nuovo) per far arrabbiare la perfida boss del crimine Lendina (una meravigliosa, glaciale Sharon Stone). I toni sono più leggeri rispetto a Io sono nessuno: “Il primo capitolo funziona bene perché è molto dark, ha una qualità fredda, spietata, è un film comico ma molto cupo” ci ha spiegato Timo Tjahjanto nel corso di un’intervista. “Poiché nel seguito la moglie e i figli sono più coinvolti, mi sono sentito più sicuro nel realizzare un’opera che, seppur violenta, è un film sulla famiglia”. Grazie anche al rapper Rza nei panni del cazzuto fratello di Hutch e soprattutto di Christopher Lloyd nei panni dell’attempatissimo assassino e padre dei due, le scene d’azione sono un tripudio di duelli, combattimenti, inseguimenti, ed esplosioni spettacolari. Ma, questa volta, meno cruente e adatte a un pubblico più ampio.
Timo, hai dovuto trattenerti dal spingerti troppo oltre con la scene cruente, rispetto alle tue efferate pellicole indonesiane?
Timo Tjahjanto: Penso di sì, a volte. Non è una cosa negativa, ma i miei film precedenti sono piuttosto violenti. Faccio questo lavoro da vent’anni, mostrando un tipo di violenza più estrema, ma visto che questo film ha una spiccata componente familiare, ho pensato che volevo sì mantenere una violenza incisiva, ma allo stesso tempo più accessibile.