Secondo il report The Truth About Laundry, basato su dati raccolti da elettrodomestici connessi e sondaggi in 14 Paesi, il bucato sta cambiando pelle. Un terzo degli europei (33%) sceglie cicli di lavaggio inferiori ai 60 minuti, mentre il 25% opta per programmi da 60-90 minuti. Anche l’asciugatura segue la stessa logica: il 24% completa il ciclo in meno di 90 minuti e quasi la metà (47%) in meno di due ore. Il picco di utilizzo si concentra al mattino, con il 54% che preferisce fare il bucato prima di mezzogiorno, una tendenza consolidata dal lockdown del 2020. Il documento è stato pubblicato da AEG.
Delicati e nuove regole UE: il nodo tecnologico
Sullo sfondo, le nuove normative UE sull’ecodesign, in vigore da luglio 2025, impongono standard più severi: solo le asciugatrici a pompa di calore rispettano i requisiti, spingendo i produttori – come la stessa AEG – ad abbandonare i modelli a condensazione. La tecnologia diventa quindi cruciale per conciliare rapidità, sicurezza dei tessuti e sostenibilità. Tra l’altro il 76% degli intervistati dichiara di essere cauto nell’asciugare la lana, e il 49% non la mette mai in asciugatrice. Le stesse preoccupazioni riguardano seta, piumoni e capi outdoor.
Efficienza energetica e costi, percezioni e realtà
Il 53% degli europei – si legge ancora nel report – considera l’efficienza energetica un fattore determinante per il prossimo acquisto di elettrodomestici, mentre il 43% riduce l’uso dell’asciugatrice per contenere le bollette. Tuttavia, i dati smentiscono alcune percezioni: un ciclo ECO con una pompa di calore AEG da 8 kg – spiegano – costa in media 0,21 €, pari a circa 33,50 € l’anno per 160 carichi – “meno di un cappuccino al mese”. Il vero gap è informativo: solo il 25% sa che cicli più brevi e temperature basse possono allungare la vita dei capi del 50%, riducendo anche l’impatto ambientale di un settore che genera più emissioni di tutti i voli internazionali messi insieme.