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Rinnovabili in Africa pronte al decollo, non resta che installare la valanga di pannelli cinesi in arrivo

da | Set 9, 2025 | Tecnologia


Allo stesso tempo”, spiega Colarizi, “da parte della Cina c’è sempre più la disponibilità a investire nella produzione locale, con l’apertura in Africa di fabbriche di prodotti che molti paesi occidentali non sono in grado di fornire, come i pannelli fotovoltaici, le batterie e i veicoli elettrici. Stiamo anche vedendo emergere tecnologie nuove, come l’idrogeno in Nigeria. Uno dei motivi di queste operazioni su base locale è che i cinesi vogliono essere più vicini ai loro clienti”.

Per le aziende solari cinesi, dunque, l’Africa è diventata un’opportunità economica; viceversa, per i paesi africani i pannelli cinesi rappresentano un’occasione di sviluppo. Un circolo apparentemente virtuoso. Le nazioni che hanno importato maggiori quantità di tecnologie solari sono il Sudafrica, la Nigeria e l’Algeria, tre delle principali economie del continente. Ma non solo: nell’ultimo anno ben 25 paesi hanno importato pannelli per una capacità di 100 MW o più; un anno prima erano solo 15.

Le analisi iniziali suggeriscono che la crescita potrebbe essere trainata maggiormente dal solare distribuito piuttosto che dal solare su scala industriale”, fa notare il report di Ember: niente parchi fotovoltaici bensì impianti domestici e aziendali, anche se in Egitto ci sono tre grandi progetti in sviluppo, da 9 GW in tutto.

L’utilizzo dei pannelli solari potrebbe aiutare l’Africa a ridurre le importazioni petrolifere e gli africani a emanciparsi dai generatori a gasolio. “In Nigeria”, si legge nello studio, “il risparmio derivante dall’eliminazione del gasolio può ripagare il costo di un pannello solare entro sei mesi”. Una ricerca condotta da Wood Mackenzie nel 2022 ha stimato che in diciassette paesi africani la capacità dai generatori diesel era addirittura superiore alla capacità delle centrali elettriche collegate alla rete: gli squilibri più gravi erano quelli di Nigeria, Kenya e Tanzania.

Le mini-reti e la “missione” della Banca mondiale per le rinnovabili in Africa

Attenzione, però: l’aumento delle importazioni di pannelli fotovoltaici potrà cambiare – e migliorare – le vite degli africani se solo se i dispositivi verranno realmente installati contribuendo allo sviluppo delle rinnovabili in Africa. In questo senso, è notevole l’iniziativa dello Zambia per portare l’elettricità a mille comunità rurali attraverso delle mini-reti a energia solare: lo sforzo, economico e tecnologico, è sostenuto dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea. Lo scorso gennaio, poi, la Banca mondiale ha lanciato un programma, chiamato “Missione 300”, per fornire elettricità a 300 milioni di persone nell’Africa subsahariana entro il 2030.

Nell’attesa che nella regione si creino le condizioni per lo sviluppo delle infrastrutture di trasmissione e distribuzione, che poi faciliteranno gli investimenti nei parchi solari, le mini-grids possono rappresentare una soluzione efficace per espandere l’accesso all’energia pulita. Si tratta di sistemi piccoli e decentralizzati, pensati per i villaggi scollegati dalla rete elettrica nazionale, che si basano sui pannelli fotovoltaici per dare corrente alle abitazioni, alle scuole e alle attività commerciali.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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