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La personalità magnetica di Mun-ju affascina lo stoico San-ho, indomito ex mercenario disposto a rischiare la vita per proteggerla. Si imbatte nella donna casualmente, dopo che si è ritirato e vive nella chiesa della sua guida religiosa (si, è quasi la stessa trama di The Fiery Priest), la stessa dove Munju e il marito andavano a messa regolarmente. Curiosamente, la Jeong infila nella trama anche una componente religiosa – i due protagonisti sono ferventi cattolici (peccato che la produzione non sappia distinguere un santino di Sant’Antonio da quello di San Giorgio) – che forse avrà più senso nei quattro episodi finali (di nove) che non sono stati forniti alla stampa. I due in comune hanno anche il coraggio, il carisma e la resilienza, sono bellissimi e attratti l’uno dall’altro. Sono entrambi attraversati da un’impercettibile ambiguità: forse, uno dei due, potrebbe rivelarsi un manipolatore e doppiogiochista, il che rende la loro potenziale love story più intrigante. Gang Dong-won, che da vent’anni schiva la televisione accettando solo ruoli cinematografici (Peninsula, Iland, Duelist, Le buone stelle – Broker), con Tempest è tornato al piccolo schermo. Anche questa volta, è dimostrato bravo e preciso, confermando una propensione per i ruoli d’azione.