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Il James Webb Telescope ha scoperto misteriosi puntini rossi nell’Universo primordiale che non dovrebbero esistere

da | Set 16, 2025 | Tecnologia


Individuati dal James Webb Space Telescope (Jwst) nel 2022, i misteriosi puntini rossi che pensavamo essere vecchie galassie sono invece un tipo di oggetti celesti completamente nuovo: una stella buco nero. Analizzati da un team di ricerca internazionale e descritti in un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista sulla rivista Astronomy & Astrophysics, la nuova identità di questi puntini rossi potrà offrirci nuove e preziose informazioni sulle origini delle galassie nell’Universo.

I dati del James Webb

Dal momento in cui è stato acceso il James Webb Space Telescope, progettato per osservare la genesi dell’Universo con strumenti a infrarossi in grado di rilevare la luce emessa dalle stelle e dalle galassie più antiche, i ricercatori di tutto il mondo hanno cominciato a notare puntini rossi, oggetti che apparivano molto più massicci di quanto previsto dai nostri modelli sulla formazione delle galassie. Utilizzando i primi set di dati pubblicati nel 2022, un team internazionale di scienziati aveva ipotizzato che si trattasse di galassie molto antiche, che tendono appunto a diventare più rosse con l’invecchiamento delle stelle al loro interno. Tuttavia, i puntini rossi erano troppo luminosi per essere spiegati in questo modo, poiché le stelle avrebbero dovuto essere ammassate nelle galassie con una densità impossibile.

I misteriosi punti rossi

Le analisi del nuovo studio, invece, hanno suggerito che i puntini rossi individuati dal James Webb potrebbero non essere galassie, ma un tipo di oggetto completamente nuovo: una stella buco nero. In particolare, si tratterebbe di gigantesche sfere di gas caldo, così dense da assomigliare alle atmosfere di stelle alimentate dalla fusione nucleare. Ma invece della fusione, ci sarebbero buchi neri supermassicci al loro centro che attirano rapidamente la materia, convertendola in energia ed emettendo luce. “In pratica, abbiamo osservato un numero sufficiente di punti rossi finché non ne abbiamo visto uno con così tanta atmosfera da non poter essere spiegato come una tipica stella che ci si aspetterebbe da una galassia, ha commentato Joel Leja, tra gli autori dell’articolo. “Pensavamo che fosse una piccola galassia piena di molte stelle fredde separate, ma in realtà è, di fatto, un’unica gigantesca stella molto fredda”.

The Cliff

Il puntino rosso in questione è stati individuato dall’analisi di uno dei più grandi set di dati spettroscopici mai ottenuti dal telescopio spaziale James Webb. In particolare, nel luglio 2024, il team ha individuato un oggetto con uno spettro che indicava un’enorme quantità di massa, chiamandolo “The Cliff” e segnalandolo come la prova più promettente per indagare cosa fossero quei puntini rossi. “Le proprietà estreme di The Cliff ci hanno costretto a ricominciare da capo e a elaborare modelli completamente nuovi”, ha affermato Anna de Graaff, ricercatrice del Max Planck Institute for Astronomy e co-autrice dell’articolo. L’analisi spettrale della sua luce, che ha impiegato circa 11,9 miliardi di anni per raggiungere la Terra, ha suggerito che si trattava in realtà di un buco nero supermassiccio, che attirava l’ambiente circostante a una velocità tale da avvolgersi in una sfera infuocata di idrogeno gassoso. In alcuni casi, infatti, i buchi neri possono essere miliardi di volte più massicci del Sole del nostro Sistema solare e attirare la materia vicina con una forza tale da convertirla in energia e brillare. “Nessuno ha mai saputo veramente perché o da dove provengano questi giganteschi buchi neri al centro delle galassie”, ha commentato Leja. “Queste stelle buco nero potrebbero essere la prima fase di formazione dei buchi neri che vediamo oggi nelle galassie: buchi neri supermassicci nella loro piccola fase infantile. In sostanza, quindi, questi nuovi oggetti celesti potrebbero rappresentare l’anello mancante nella rapida crescita dei giganteschi buchi neri che siamo abituati a osservare oggi.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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