Dopo aver presentato le sue dimissioni, il fondatore della big company musicale ha fatto sapere che manterrà il ruolo di presidente esecutivo e sarà coinvolto nelle principali decisioni che riguardano l’azienda
Dopo vent’anni alla guida di Spotify, il fondatore e ceo del gigante dello streaming musical Daniel Ek, ha presentato le sue dimissioni come amministratore delegato. Manterrà la carica di presidente esecutivo. Alla fine dell’anno, ha fatto sapere l’azienda, Ek sarà sostituito dai suoi due vice. In una lettera al personale, il fondatore ha affermato che sarà sempre “profondamente coinvolto” nelle decisioni che riguardano la big company che oggi vanta oltre 700 milioni di utenti mensili in tutto il mondo.
Il futuro di Spotify
Dopo l’annuncio le azioni di Spotify sono crollate del 6%. Ek sarà sostituito dai co-presidenti e dirigenti Gustav Söderström e Alex Norström come co-amministratori delegati, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. La transizione avverrà il 1° gennaio 2026. Il fondatore della big company che, secondo Forbes ha un patrimonio netto di 9,8 miliardi di dollari, ha portato Spotify ad una capitalizzazione di mercato di 140 miliardi di dollari. CNBC riporta che nel suo rapporto sugli utili del secondo trimestre, la società ha dichiarato che prevede di aggiungere 14 milioni di utenti attivi e cinque milioni di nuovi abbonati Premium netti per il trimestre in corso, nonostante l’ulteriore aumento dei prezzi annunciato ad agosto. Da settembre infatti, i prezzi dell’applicazione sono aumentati da 10,99 a 11,99 euro al mese per gli abbonati premium nei mercati tra cui Asia meridionale, Medio Oriente, Africa, Europa, America Latina e regione Asia-Pacifico.

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Le origini di Spotify
Daniel Ek, nato a Stoccolma nel 1983 ha fondato l’azienda nel 2006 e l’ha vista crescere fino a diventare la piattaforma musicale più grossa al mondo con 300 milioni di abbonati: “Il motivo per cui lo stiamo facendo è che Gustav e Alex stanno facendo un ottimo lavoro alla guida dell’azienda dopo aver assunto il ruolo di vice amministratori delegati all’inizio del 2023” ha dichiarato Ek in un video pubblicato su X riferendosi ad ai vice presidenti dell’azienda Alex Norstroem e Gustav Soederstroem. “Ho due figli ma Spotfiy è come il mio terzo figlio e ora è come se si stesse laureando” ha rimarcato Ek e rassicura gli azionisti che avrà un ruolo da presidente attivo “stile europeo”. Spotify nacque con l’obiettivo di affrontare i diffusi problemi di pirateria che affliggono l’industria musicale, utilizzando la pubblicità e il denaro ricavato dagli abbonamenti per pagare i titolari dei diritti sulla musica popolare sulla piattaforma. Con il passare degli anni, la sua presa sugli ascoltatori è aumentata con l’espansione nei podcast e negli audiolibri, anche se il predominio dell’azienda sulle royalties ha provocato frequenti scontri con i musicisti, che hanno criticato spesso i termini contrattuali legati alla remunerazione del diritto d’autore e della riproduzione musicale.
Investimenti rischiosi e controversie
Negli ultimi anni il fondatore della big company ha investito capitale di richio in una società europea che ha finanziato aziende come la tedesca Helsing, che sviluppa sistemi d’arma basati sull’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato da BBC, l’investimento in Helsing da parte di Ek ha spinto alcuni artisti, tra cui Deerhoof e Massive Attack, a lanciare un boicottaggio di Spotify all’inizio di quest’anno, nonostante l’azienda non fosse coivolta in maniera diretta. Massive Attack ha affermato che è da tempo ormai che la big company impone un “peso economico” sugli artisti, a cui ora si aggiunge un peso etico e morale.