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Una lingua antica, ormai perduta, è stata appena scoperta tra le rovine di Teotihuacan in Messico

da | Ott 9, 2025 | Tecnologia


La lingua antica parlata nella città messicana di Teotihuacan, nei pressi dell’attuale Città del Messico, è ancora oggi uno dei più grandi enigmi archeologici rimasti irrisolti. Ma ora, a muovere i primi passi verso la risoluzione di questo mistero sono stati i ricercatori dell’Università di Copenaghen, secondo cui gli abitanti di questa fiorente megalopoli antica parlavano una forma primitiva della famiglia linguistica Uto-azteca, da cui si svilupparono le lingue cora, huichol e nahuatl degli aztechi. I dettagli della loro nuova analisi sono stati pubblicati sulla rivista Current Anthropolgy.

La fiorente città mesoamericana

Più di due millenni fa, Teotihuacan era una fiorente metropoli del Messico centrale, con una popolazione che raggiungeva ben 125 mila abitanti. Il primo insediamento della città, infatti, iniziò a circa 40 chilometri a nord-est di Città del Messico, intorno al 100 a.C. e, appena 350 anni dopo, Teotihuacan diventò un importante centro culturale del Messico centrale, vantando imponenti piramidi e templi religiosi. Nonostante tutti i reperti e i resti architettonici rimasti, tuttavia, la comunità scientifica non è ancora riuscita a capire che lingua antica gli abitanti di Teotihuacan parlassero. “Ci sono molte culture diverse in Messico. Alcune possono essere collegate a specifiche culture archeologiche. Ma altre sono più incerte”, ha commentato Magnus Pharao Hansen, tra gli autori del nuovo studio. “Teotihuacan è uno di quei luoghi. Non sappiamo quale lingua parlassero o a quali culture successive fosse collegata”.

La lingua antica

Sebbene il tempo abbia rovinato gran parte della città, l’antico popolo di Teotihuacan ha lasciato una serie di segni, principalmente sotto forma di murales e ceramiche decorate, che per decenni non siamo riusciti a interpretare e, più precisamente, capire se si trattasse di semplici motivi ornamentali, simboli, o, invece, rappresentazioni linguistiche. Ed è proprio quello che hanno tentato di fare i ricercatori del nuovo studio, giungendo alla conclusione che quei segni sui muri di Teotihuacan sono in realtà elementi di un sistema di scrittura, la testimonianza di una lingua antica, o meglio un antenato linguistico delle lingue Cora e Huichol e Nahuatl.

L’analisi

Per identificare le somiglianze linguistiche tra la lingua di Teotihuacan e altre lingue mesoamericane, i ricercatori hanno dovuto ricostruire una versione molto più antica del nahuatl, riuscendo così a decifrare correttamente la lingua antica. Un compito, tuttavia, assai complesso per diverse ragioni. Una di queste è che i logogrammi che compongono la scrittura a volte hanno un significato diretto, per cui l’immagine di un coyote, per esempio, dovrebbe essere semplicemente interpretata come “coyote“. Ma, in altre parti, quello stesso segno potrebbe essere letto come una sorta di rebus, in cui i suoni degli oggetti raffigurati devono essere uniti per formare una parola. “Bisogna cercare di leggere il testo usando una lingua più vicina nel tempo e contemporanea”, ha precisato il co-autore Christophe Helmke. Sebbene siamo ancora in una fase iniziale e la disponibilità di testi è relativamente limitata, comprendere questa lingua antica potrebbe riscrivere gran parte della storia mesoamericana, e confermare o meno l’ipotesi secondo cui i popoli di lingua nahuatl arrivarono nel Messico centrale molto prima di quanto si pensasse in precedenza, rendendoli i discendenti diretti di Teotihuacan.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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