Nella serie, un gruppetto di ragazzini delle medie – per ragioni diverse gli emarginati della scuola – scopre l’esistenza di un’entità malvagia e antica che si annida nelle viscere di Derry, già nota da secoli alla popolazione dei nativi locali e indagata dai membri di una base militare. Le linee narrative che (in)seguono i rispettivi protagonisti si diramano in ulteriori sottotrame legate a svariati personaggi. Tramite ciascuno, viene imbastito un discorso di natura politica o sociale: dal bullismo scolastico alla malattia mentale, dai pregiudizi legati alla classe e quelli derivanti dal razzismo, dalle prevaricazioni del colonialismo alla paranoia della Guerra fredda. Mentre espande la mitologia del romanzo, la serie intreccia gli orrori del mondo reale con quelli soprannaturali. Gli abitanti di Derry hanno imparato a convivere con il Male in entrambi le sue forme (terreno e ultraterreno); un esempio raggelante è quello che vede la forestiera Charlotte (Taylour Paige) intervenire in un atto di bullismo perpetrato in strada tra l’indifferenza dei passanti.
HBO/Sky
Infognandosi in un ritratto così ampio e articolato, a livello sia temporale che narrativo, della società dell’epoca, Muschietti non si fa un favore: un autore come lui, che non padroneggia totalmente lo strumento narrativo, fatica a mantenere il controllo su un materiale così vasto e complesso, in bilico tra ritratto storico e sociale, small town mystery soprannaturale e horror fantascientifico e mitologico. Tale bulimia di personaggi e temi richiede un continuo cambiamento di toni e atmosfere che confonde lo spettatore e disperde l’attenzione. Questa resta tuttavia salda, salvando questo show ipertrofico dall’abbandono dal parte del pubblico, grazie ai protagonisti più giovani, per i quali si “tifa” subito. I personaggi adulti sono troppi e solo abbozzati, mentre i giovani rubano la scena, traghettando il messaggio principale dello show. “Uno dei temi principali del libro è che tutte le virtù che i bambini possiedono scompaiono quando diventano adulti” ha spiegato Muschietti, “Gli adulti diventano ‘gli Altri’, i nemici di tutto ciò che è bello dell’infanzia e che hanno perso. Il tema del libro è mantenere vivo il bambino che è in noi, lo stesso tema di questa stagione e della serie in generale”. Da notare un curioso fenomeno di corsi e ricorsi: come Welcome to Derry condivide alcuni aspetti narrativi e iconografici di Stranger Things, la serie dei fratelli Duffer è a sua volta ampiamente ispirata a Stand By Me di King e al romanzo di It.




