Non tutti gli Stati Uniti hanno deciso di voltare le spalle alla transizione energetica. È il caso di Apple che ha firmato un accordo di compravendita di energia elettrica da tre parchi eolici e due impianti agrivoltaici in Italia che entreranno in funzione tra il 2026 e il 2027, per una capacità installata complessiva di 173 megawatt (MW).
Nello specifico, l’intesa raggiunta con il gruppo francese Engie – della durata di quindici anni – prevede la costruzione di due parchi agrivoltaici da 88 MW e di due parchi eolici da 74 MW, più l’efficientamento (o repowering) di un impianto eolico esistente da 11 MW. L’elettricità prodotta, stimata in 400 gigawattora (GW) all’anno, sarà destinata per l’80% a servizi e impianti di Apple, mentre la quota residua verrà immessa in rete.
A cosa servono i Ppa tra produttori e consumatori di energia
La tipologia dell’accordo tra Engie e Apple è nota come Ppa, ovvero Power purchase agreement. Si tratta di un contratto di fornitura energetica a lungo termine a prezzi fissi tra il produttore e il consumatore.
“I Ppa rappresentano oggi una leva strategica per la decarbonizzazione”, ha dichiarato l’amministratrice delegata di Engie Italia Monica Iacono, perché permettono di emancipare le aziende dalle quotazioni del gas – sul quale si basano ancora i prezzi dell’elettricità in Italia e in Europa – e di valorizzare l’economicità delle fonti rinnovabili. “Per le imprese energivore si tratta di strumenti che possono garantire risparmi significativi rispetto ai prezzi di mercato, oltre a una maggiore stabilità in un contesto di forte volatilità”, ha aggiunto Iacono.
Per i produttori di elettricità, invece, i Ppa sono vantaggiosi perché sono una garanzia di incassi certi sul lungo periodo, che possono essere reinvestiti nell’espansione della capacità e nello sviluppo di nuove tecnologie.
Tutti i benefici dell’agrivoltaico
L’agrivoltaico è una di queste tecnologie. Consiste in un sistema fotovoltaico installato su un terreno agricolo, con dei pannelli a doppio asse – in grado cioè di muoversi sia orizzontalmente che verticalmente – perché “seguono” il sole durante la giornata così da massimizzare l’esposizione alla luce e, di conseguenza, la produzione di energia. Nel contempo, l’ombra proiettata sul terreno dai pannelli aiuta a ridurre la temperatura del suolo e a limitare l’evaporazione dell’acqua nei periodi di calore estremo e di scarsità idrica, a beneficio delle colture. L’integrazione delle due attività – agricoltura e energia – sullo stesso spazio permette inoltre di ridurre il consumo di suolo, che costituisce uno dei temi spesso usato dagli antagonisti della transizione per attaccare le rinnovabili.


