Quello di come caricare il tablet è un tema più delicato di quanto si possa pensare, e la salvaguardia della loro batteria è quasi più importante e complessa di quella degli smartphone. Il motivo si deve al fatto che mediamente il ciclo di vita di un tablet è più lungo e l’unico modo per assicurarsi prestazioni adeguate nel tempo è proprio avere qualche accortezza – per altro senza diventare ossessivi o troppo zelanti.
In realtà è che ci sono dei cattivi comportamenti che andrebbero davvero evitati per mantenere longeve le batterie. Appena si acquista un tablet di solito, a seconda dei modelli, l’autonomia è compresa tra 6 e 8 ore, ma non si curano alcuni dettagli si rischia anche solo dopo un anno di essere costretti a sostituzioni.
Il primo consiglio su come caricare il tablet, se questo lo consente, è di attivare le funzioni di “ottimizzazione ricarica” o modalità batteria intelligente, ormai diffusamente integrate nei dispositivi conformi alla regolamentazione europea. Fermo restando il fatto che tutti i prodotti dovrebbero mostrare la marcatura CE, che certifica la conformità alle direttive europee in materia di sicurezza elettrica, compatibilità elettromagnetica e riduzione delle sostanze pericolose (RoHS).
Evitare di lasciare il tablet attaccato tutta la notte
Al netto delle tecnologie più o meno evolute, che oggi alcuni tablet adottano per proteggersi dai caricamenti lunghi, una delle peggiori azioni che si possono compiere è proprio dimenticarsi il proprio dispositivo collegato all’alimentatore e alla presa. Sì, i modelli di ultima generazione hanno un controllo di salvaguardia su questa operazione, ma la maggior parte presenti sul mercato vanno in sofferenza.
Il motivo è che raggiunto il 100% di ricarica poi diventa “mantenimento” e questo potrebbe stressare i componenti della batteria. Per altro idealmente bisognerebbe mantenere il proprio tablet con una carica compresa tra il 20% e l’80%. Quindi a 100% bisognerebbe tassativamente staccare il tablet dalla presa. Ovviamente può capitare di dimenticarlo oppure un’emergenza, ma l’importante è che non diventi un’abitudine.
Il tema di fondo è che la batteria è come una sorta di “componente elastico” che da nuovo ha bisogno di qualche ricarica per esprimere al meglio le sue prestazioni e da vecchio tende a tollerare meno gli stress. Una carica tra il 20% e l’80% è di fatto il suo stretching ideale da mantenere nel tempo.
Evitare di lasciare che il tablet arrivi allo 0%
Un altro comportamento scorretto è quello di abbandonare il proprio tablet a lungo magari in un cassetto. Giorni e giorni, magari settimane, che poi si traducono in una batteria allo 0%. Ecco, questa soglia contribuisce a un invecchiamento precoce. Ovviamente, come al solito, è l’abitudine a creare problemi, non l’eccezione.
Il motivo di questa criticità è legata al fatto che le batterie agli ioni di litio non sono progettate per rimanere scariche. Non a caso in realtà dispongono sempre di una piccola quantità di energia tampone proprio per proteggere i componenti, anche se non viene segnalata dall’interfaccia software. Dopodiché quando la batteria raggiunge una soglia zero e passano mesi di inattività che in alcuni casi può prodursi un “danneggiamento” della chimica dei componenti interni. Quindi il consiglio è di tenere sempre il tablet almeno con il 20% oppure se è previsto un periodo di inutilizzo meglio arrivare al 50% e poi spegnere il dispositivo. L’inattività potrà essere gestita meglio dal comparto batteria.
Evitare i caricabatterie low-cost
Risparmiare sul caricabatterie, magari acquistandolo a un prezzo stracciato, potrebbe non essere una strategia vincente di salvaguardia del proprio tablet. La priorità invece dovrebbe essere quella di selezionare un modello di marca, certificato, magari che assicuri compatibilità con il proprio dispositivo e con una potenza compresa tra 15 e 45 watt. Nella maggior parte dei casi, al netto di una comunicazione esplicita relativa a un marchio o modello, spesso c’è almeno un riferimento sulle confezioni al tipo di prodotto compatibile.



