DeepSeek, il chatbot cinese, fa la sua prima apparizione pubblica
A quasi un anno dal lancio, DeepSeek, la startup cinese di intelligenza artificiale, ha fatto la sua prima apparizione in pubblico. Chen Deli, manager della società, ha parlato nel corso della World Internet Conference di Wuzhen, esprimendo dubbi sugli effettivi benefici dell’intelligenza artificiale a livello globale.
“Ho un atteggiamento estremamente positivo nei confronti della tecnologia, ma vedo in modo negativo l’impatto che potrebbe avere sulla società”, ha detto Chen Deli. “Nei prossimi 10-20 anni, l’intelligenza artificiale potrebbe farsi carico del lavoro svolto dagli esseri umani e a quel punto il mondo dovrà affrontare una sfida enorme. Spetterà alle aziende tecnologiche assumere il ruolo di difensori dell’uomo”.
La critica alla gestione dei dati
La presenza di DeepSeek ad un evento pubblico segue un lungo periodo di riserbo da parte della startup, più volte criticata per la gestione non troppo trasparente delle informazioni generate dalle persone che usano il chatbot. Nonostante le indicazioni del Garante per la privacy di limitare l’accesso degli italiani al servizio, l’uso di DeepSeek è ancora possibile dal nostro Paese.
Un concorrente di OpenAI
L’azienda si è posta come concorrente diretto di OpenAI, proponendo un modello di intelligenza artificiale in grado, secondo i test specifici, di competere con ChatGpt, ad un costo e un consumo energetico ridotti. DeepSeek, per il calcolo artificiale, usa semiconduttori prodotti da aziende cinesi, come Huawei, anche a fronte del divieto per le compagnie locali di acquistare le ultime tecnologie da multinazionali americane, tra cui la leader di settore Nvidia.
FP



