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Origine di 3I/Atlas, ora abbiamo la conferma che l’enigmatico oggetto interstellare non è un’astronave aliena

by | Nov 10, 2025 | Tecnologia


Nuove prove confermano che l’origine di 3I/Atlas è naturale. Dopo settimane di teorie del complotto, dibattiti sui social media e speculazioni su podcast di successo (come quello di Joe Rogan), tutto continua a indicare che l’oggetto interstellare è davvero una “semplice” cometa e non un’astronave aliena. La conferma più recente in questo senso arriva da un osservatorio in Sudafrica, che ha rilevato per la prima volta un segnale radio dall’ormai famosissimo corpo.

Ma come? Un segnale radio non dovrebbe dare sostanza all’ipotesi sulla natura tecnologica di 3I/Atlas? In realtà è il contrario: quello captato dal MeerKat – un radiotelescopio composto da 64 antenne con un diametro di 13,5 metri ciascuna, gestito dal South african radio astronomy observatory – non è una trasmissione emessa da una navicella spaziale, bensì un pattern di radiofrequenze.

Le nuove prove sull’origine di 3I/Atlas

Nello specifico, MeerKat ha rilevato una serie di linee di assorbimento radio da parte di radicali idrossili, cioè molecole Oh, uno schema coerente con l’attività tipica delle comete. I radicali idrossili (Oh) sono in grado di assorbire o emettere radiazioni a frequenze specifiche a causa di transizioni nei livelli energetici e nel tempo le loro linee spettrali sono state registrate all’interno di nebulose, comete e regioni di formazione stellare. Gli Oh aiutano gli astronomi a mappare i luoghi dell’universo che danno origine a stelle e acqua perché, a determinate condizioni, possono “brillare” intensamente ad alcune radiofrequenze.

Il rilevamento è avvenuto il 24 ottobre, cinque giorni prima che 3I/Atlas raggiungesse il perielio, il punto più vicino al Sole. MeerKat aveva già tentato di rilevare segnali radio dall’oggetto interstellare, il 20 e il 28 settembre, ma senza successo. “Cinque settimane fa, ho incoraggiato gli osservatori radio come MeerKat a cercare le emissioni radio di 3I/Atlas, dato che la sua direzione di arrivo corrispondeva, in un raggio di 9 gradi, alla direzione di arrivo del segnale Wow! rilevato nel 1977 alla frequenza di 1,4204556 gigahertz“, ha scritto l’astrofisico Avi Loeb in un post su Medium. “In risposta, mi è stato assicurato che 3I/Atlas sarebbe stato monitorato da osservatori radio come MeerKat“. Lo scienziato ha aggiunto che “finora non è stata riportata alcuna rilevazione radio di 3I/Atlas, a parte il segnale di assorbimento Oh“.

L’ipotesi tecnologica

Per giungere a conclusioni più solide sulla natura del corpo sarebbe necessario effettuare un monitoraggio continuo per determinare se la produzione di Oh è costante o intermittente, oltre a studiare altri fattori della cometa, come la sua estensione e la struttura della coda.

Avi Loeb è il più accanito sostenitore dell’ipotesi di una possibile origine tecnologica della cometa. Il controverso astrofisico dell’università di Harvard (che ha invitato Kim Kardashian a far parte del suo team di ricerca), non ha perso l’entusiasmo per indagare l’origine di 3I/Atlas. “Il 16 marzo 2026 dovrebbe passare a 53 milioni di chilometri da Giove. A quel punto, la sonda Juno utilizzerà la sua antenna a dipolo per cercare un segnale radio di 3I/Atlas a bassa frequenza, tra i 50 e i 40 megahertz“, ha sottolineato sul suo blog su Medium.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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