Mole Urbana ha tagliato il nastro del nuovo impianto produttivo, oggi riconvertito da ex sito industriale risalente agli anni Sessanta a fabbrica moderna dotata di pannelli fotovoltaici, per la produzione dei primi quadricicli e microcar elettriche del brand che unisce design italiano, sostenibilità ambientale e rilancio del tessuto produttivo piemontese. Siamo a Orbassano, a un passo da Torino, per una cerimonia alla quale ha partecipato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha definito l’iniziativa “un modello italiano di transizione industriale” sottolineando come Mole Urbana rappresenti “la sintesi tra innovazione tecnologica, sostenibilità e rilancio manifatturiero”. Con una strategia presentata dal designer e imprenditore Umberto Palermo, il progetto punta infatti non solo alla mobilità zero-emissioni, ma anche al rilancio del Made in Italy industriale, alla filiera locale e alla rigenerazione produttiva in una zona storicamente legata al mondo automotive.
Un impianto rigenerato per la mobilità del futuro
Lo stabilimento scelto da Mole Urbana si colloca in un’area che in passato ospitava attività industriali ormai dismesse: il progetto ha previsto la riconversione di 10.000 m² di capannone in spazi produttivi efficienti e sostenibili, dotati di copertura a pannelli solari e con una visione da “fabbrica leggera”. Se infatti parte del progetto si realizza nelle Marche, a Fabriano, dove viene prodotto oltre il 70% dei componenti (dai telai ai sedili, dalle parti in termoplastica alle fusioni di alluminio), a Orbassano invece sono assemblate le vetture grazie al lavoro di un nucleo che, a regime, dovrebbe attestarsi intorno al centinaio di dipendenti.
L’investimento complessivo ammonta a circa 7 milioni di euro, con il coinvolgimento di investitori privati, Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e istituzioni regionali. L’obiettivo dichiarato è raggiungere una produzione di circa 400 veicoli entro la fine del 2025 per poi salire a 1200 unità nel 2026 tra i dodici modelli dei quali è iniziata, nella stessa giornata, la prima consegna ai concessionari. “Non vogliamo solo produrre auto, ma dare nuova vita a un territorio e a un modo di fare industria”, ha spiegato Palermo durante la cerimonia. In questo modo, Mole Urbana mira a rivitalizzare la filiera della componentistica italiana e a ridare centralità industriale al Piemonte, regione simbolo della storia automobilistica nazionale.
La gamma elettrica e l’approccio modulare
Al momento dell’inaugurazione è stata svelata la gamma 2025 di Mole Urbana, composta da dodici modelli elettrici – quadricicli e microcar – tutti basati sulla stessa piattaforma modulare: lunghezza 3300 mm, larghezza 1300 mm e altezza 1700 mm; telaio in acciaio inox, batterie LiFePO₄ sostituibili e ricarica fino a 22 kW in corrente alternata e continua. I modelli coprono esigenze molto diverse: dalla logistica urbana (versioni “Lavoro”), al trasporto passeggeri, fino a varianti più creative come cabrio e urban-offroad, con l’obiettivo di rendere accessibile la mobilità elettrica “di prossimità” senza rinunciare a design e qualità italiana. Velocità tra i 45 e gli 80 km/h con un tempo di ricarica tra le 3 e le 5h. Si guidano dai 14 anni nella versione leggera e dai 16 anni in quella pesante. “Abbiamo scelto la semplicità e la modularità per ridurre sprechi, aumentare la riparabilità e permettere a ogni città di avere un mezzo davvero urbano”, ha commentato Palermo, sottolineando la possibilità di personalizzare ogni veicolo in base all’uso o alla vocazione del territorio.





