Baidu risponde alle restrizioni statunitensi con nuovi semiconduttori per l’IA
In risposta alle restrizioni sull’esportazione di chip dagli Stati Uniti, Baidu, considerata la ‘Google di Cina’, ha annunciato due nuovi semiconduttori per avanzare nel settore dell’intelligenza artificiale. Come riporta Reuters, ‘le tensioni tra Cina e Usa hanno portato molte compagnie cinesi a sviluppare i propri processori o a cercare alternative nazionali’.
Baidu sviluppa i suoi chip dal 2011, ma è con gli ultimi annunci che si è posizionata maggiormente nel settore dei semiconduttori per l’IA, un mercato che vede come protagonista Nvidia, che lo scorso luglio ha raggiunto 4 mila miliardi di capitalizzazione, due volte il Pil italiano.
I nuovi chip: Baidu M100 e M300
Baidu M100 è un chip focalizzato sull’inferenza, ossia l’utilizzo dei modelli di IA per rispondere alle richieste, con una disponibilità prevista per l’inizio del 2026. L’M300 è invece il processore più avanzato e versatile, in grado di gestire sia l’addestramento, la creazione dei modelli, che l’inferenza, ed è atteso per l’inizio del 2027.
Per massimizzare le prestazioni e compensare eventuali limiti dei singoli chip, Baidu sta investendo in nuove tecnologie, come le architetture ‘supernodo’, sistemi che collegano centinaia di processori per formare unità di calcolo uniche e più potenti. Altri colossi cinesi, come Huawei, si sono già mossi verso il supernodo, lanciando di fatto la sfida all’Occidente nel campo dell’intelligenza artificiale.
La nuova versione di Ernie
A completamento dei recenti annunci, Baidu ha anche presentato una nuova versione del suo modello linguistico Ernie, che ora estende le sue capacità di elaborazione non solo al testo, ma anche all’analisi di immagini e video, allineandosi ai rivali di OpenAI, Google, Anthropic e Microsoft.
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