Secondo Van Dreunen, la posizione unica di Valve — che non è quotata in Borsa e può contare su una base di fan estremamente fedeli — le consente di “stabilire il prezzo del proprio hardware in base ai propri obiettivi strategici, invece di riflettere quelli della concorrenza”. Dal suo punto di vista, è plausibile che Valve accetti una perdita “modesta” sull’hardware pur di convincere più giocatori a investire su SteamOS.
“Proprio come Sony e Microsoft, i veri guadagni non derivano dalla console in sé, ma dall’ecosistema che si apre una volta acquistata”, ha aggiunto Van Dreunen. “La domanda non è se Valve possa permettersi di sacrificare parte del margine, ma se voglia far crescere abbastanza in fretta la diffusione di SteamOS da giustificare questa scelta. Da un punto di vista strategico, si tratta di espandere la piattaforma, non di massimizzare i profitti sull’hardware”.
L’opinione è condivisa anche da Eric Bellomo, analista di PitchBook, secondo cui Valve “potrebbe usare Steam Machine come prodotto civetta per espandere l’ecosistema di Steam”. Ma l’esperto sottolinea anche che la scelta di realtà come Sony di puntare su una fascia di prezzo alta dimostra l’importanza di “mantenere margini di profitto e gestire l’inflazione nella catena di fornitura”.
Valve, d’altra parte, “ha un margine di manovra maggiore in quanto è una società non quotata”, chiosa l’analista, che si aspetta che le “gpu e cpu leggermente datate” della Steam Machine portino l’azienda a optare per “una strategia di prezzo di fascia medio-alta: superiore ai 400-600 dollari di Xbox Series X/S, ma inferiore ai circa 750 dollari della PS5 Pro”.
Non tutti, però, sono convinti che puntare su un prodotto civetta sia la scelta più saggia. Secondo l’analista senior di TechInsights James Sanders, fissare un prezzo troppo basso “potrebbe non essere vantaggioso” per Valve, in parte perché rischierebbe di spingere i cosiddetti produttori di apparecchiature originali (Oem) a non adottare SteamOS e sviluppare le proprie versioni della Steam Machine.
Anche i potenziali ricavi software, prosegue Sanders, potrebbero essere limitati nel caso in cui molti utenti finissero per usare la Steam Machine semplicemente per giocare sul televisore ai titoli già presenti nella loro libreria.



