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Chi sono e cosa studiano i migliori talenti italiani? Ecco i vincitori del premio giovani ricercatrici e ricercatori del Gruppo 2003

by | Nov 16, 2025 | Tecnologia


Giovani, ma già impegnati in prima linea nella ricerca scientifica. Sono i 10 vincitori della quarta edizione del Premio Giovani Ricercatrici e Ricercatori del Gruppo 2003, scelti da 40 giurati tra le oltre 470 candidature ricevute quest’anno. Il concorso, rivolto a giovani scienziati con meno di sette anni di attività dalla fine del dottorato, si è concluso lo scorso 11 novembre con la consegna dei premi nel corso di una cerimonia presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. E a guardare la lista dei premiati, è chiaro che la ricerca nel nostro paese è più viva che mai. “Ad ascoltare i racconti che i 10 vincitori e vincitrici e dei sedici menzionati/e ci si accorge come molte delle loro ricerche rispondono a richieste ed emergenze molto pressanti di tipo sanitario, ambientale, informatico, territoriale”, sottolinea Luca Carra, segretario del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. “Emerge poi con chiarezza l’alta qualità delle pubblicazioni e l’entusiasmo con cui hanno partecipato, anche per il prestigio delle dieci giurie che li hanno giudicati, quasi interamente composte da scienziati nel primo percentile delle citazioni al mondo”. Vediamo allora chi sono i 10 giovani ricercatori premiati quest’anno.

Cosa studiano i vincitori del premio 2025

Agricoltura

Un’analisi innovativa e originale sull’influenza della domesticazione delle colture e degli agroecosistemi, associati a significativi cambiamenti ambientali, sulla plasticità fenotipica delle piante”. È questa la motivazione del premio vinto da Alice Pieri, ricercatrice dell’Università politecnica delle Marche, per uno studio pubblicato su The Plant Cell di cui è prima autrice, in cui ha indagato con analisi genomiche, trascrittomiche, fenotipiche e di genetica di popolazione l’evoluzione del grano duro, mettendo in luce il ruolo fondamentale svolto dall’azoto (N) durante la domesticazione di questa varietà di frumento, e i modi in cui i cambiamenti ambientali abbiano plasmato la plasticità adattativa della pianta. Un lavoro all’avanguardia, che offre strumenti preziosi per sviluppare varietà di frumento più sostenibili ed efficienti nell’uso delle risorse.

Astronautica

Quando si progetta una nuova missione spaziale è fondamentale poter simulare con precisione il funzionamento delle apparecchiature se si intende spedire nello spazio. Ed è in questo campo che lavora Riccardo Augello, ricercatore del Politecnico di Torino specializzato nello sviluppo di modelli matematici per prevedere deformazioni e instabilità di strutture spaziali dispiegabili ultra-sottili, come telescopi e antenne. La ricerca per cui è stato premiato è pubblicata su Aiaa, rivista dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics (Aiaa), e presenta una nuova metologia innovativa che è stata impiegata per la simulazione del Caltech Space Solar Power Project (SSPP), lanciato a gennaio 2023. per tentare, per la prima volta, recupero di energia solare con sistemi wireless.

Astrofisica e astronomia

Valeria Grisoni è un’astrofisica teorica, classe ‘92. Grazie a una Inaf Astrophysics Fellowship presso l’osservatorio astronomico di Trieste conduce il progetto GalacticA, dedicato all’archeologia galattica, e in particolare alla ricostruzione la storia di formazione ed evoluzione della nostra Galassia, la Via Lattea, a partire dalle informazioni che abbiamo sulle popolazioni stellari, con particolare riferimento alle abbondanze chimiche e alle età delle stelle. Il premio di quest’anno le è stato assegnato per una ricerca pubblicata su Astronomy & Astrophysics nel 2024, con cui ha contribuito a chiarire l’origine delle stelle giovani e ricche di elementi alfa (come ossigeno, magnesio, silicio, calcio), suggerendo che queste stelle non siano genuinamente giovani, ma possano essere prodotti dell’evoluzione di sistemi binari.

Biodiversità

Quello di Lorenzo Fant è un percorso che collega la fisica teorica all’ecologia, modelli matematici e comprensione dei sistemi biologici. Nel lavoro che gli ha garantito il premio di quest’anno, pubblicato su Nature Communications insieme alla collega Giulia Ghedini, il giovane ricercatore dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale ha analizzato il legame tra metabolismo e biomassa delle comunità ecologiche, dimostrando che queste due variabili sono legate tra loro, indipendentemente dalle taglie degli individui che le compongono. E che gli ecosistemi si comportano quini in modo prevedibile, sia se sono composti da tanti piccoli organismi, sia che siano pochi e di grandi dimensioni. Il lavoro è stato considerato dalla commissione fortemente innovativo, perché colma un divario di conoscenza tra ecologia degli individui e dinamiche delle comunità, attraverso il concetto di competizione per la biomassa, e offre uno strumento originale per prevedere sia le dinamiche delle comunità ecologiche partendo da principi biologici fondamentali legati agli individui, sia l’evoluzione degli ecosistemi e della loro biodiversità in situazioni perturbate e in risposta ai cambiamenti globali.

Cambiamento climatico

Il clima che cambia influenza la nostra salute? E come? È a queste domande che risponde la ricerca di Silvia Maritano, giovane epidemiologa dell’Università di Torino che per la sua tesi di dottorato ha studiato l’impatto di ondate di calore, siccità e altri eventi meteo estremi sullo sviluppo dei bambini, rivelando che l’esposizione precoce a simili fenomeni può anticipare lo sviluppo di asma e problemi respiratori negli anni seguenti. La ricerca, pubblicata su Environment International, ha coinvolto oltre 6mila bambini, dimostrando un aumento del 16% del rischio di wheezing (respiro sibilante, un sintomo precoce dell’asma) per orni ondata di calore sperimentata nel primo anno di vita. Ed è stata scelta dalla giuria per la sua impostazione innovativa, che sposta l’attenzione dagli effetti acuti degli eventi estremi verso quelli cronici, adottando una prospettiva di vita intera e mostrando che gli effetti del cambiamento climatico sulla salute sono già misurabili.

Cybersecurity

Giulio Rossolini è un ingegnere informatico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, esperto di tecniche software, visione artificiale e Ai. Il premio gli è stato assegnato per una ricerca pubblicata su IEEE Transactions on Neural Networks and Learning Systems che ha evidenziato vulnerabilità critiche nei modelli di machine learning, introducendo i primi attacchi fisicamente realizzabili su reti neurali per la semantic segmentation, una tecnica di visione artificiale che permette ai sistemi intelligenti di identificare e classificare ogni elemento di una scena, essenziale per la percezione dell’ambiente in applicazioni come i veicoli autonomi. La ricerca presenta inoltre delle strategie di difesa per mettere al sicuro i modelli, e rappresenta quindi un progresso sostanziale verso la realizzazione di un’intelligenza artificiale sicura e affidabile.

Intelligenza artificiale

Per rimanere in tema, il premio seguente è andato al matematico Francesco Regazzoni, del Politecnico di Milano, per un contributo importante nella modellazione di sistemi che evolvono nel tempo e nello spazio utilizzando l’intelligenza artificiale. Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, introduce un nuovo paradigma basato sulle Latent Dynamics Networks (LDNets), un metodo di machine learning che permette di identificare automaticamente (senza passare da un’operazione esplicita di riduzione dimensionale) le variabili latenti che governano le dinamiche dei sistemi spazio-temporali complessi, come fluidi, tessuti biologici, onde.

Medicina personalizzata

La malattia di Gaucher è una patologia da accumulo lisosomiale causata dalla carenza dell’enzima glucocerebrosidasi, che porta all’accumulo di una sostanza grassa (glucosilceramide) nelle cellule, principalmente quelle di fegato, milza e midollo osseo. Il Parkinson una malattia neurodegenerativa che attacca i motoneuroni. In comune condividono un meccanismo causale, l’alterazione della funzione dell’enzima glucocerebrosidasi legata a mutazione del gene GBA1. Chiara Sinisgalli, dell’università degli studi di Padova, è stata premiata per aver individuato, e studiato, dei nanocorpi – frammenti di anticorpi piccolissimi derivati dal sistema immunitario dei camelidi – che aiutano a correggere la struttura alterata dell’enzima, migliorandone la funzionalità, e che in futuro potrebbero portare allo sviluppo di nuove terapie per le due malattie, al momento prive di trattamenti risolutivi.

Rischi naturali e antropici

Camilla Medici è una ricercatrice del dipartimento di scienze della terra dell’università di Firenze, specializzata in telerilevamento satellitare e analisi di dati geospaziali. La ricerca per cui è stata premiata è apparsa su Scientific Reports nel 2024, ed affronta il problema dell’attuale crisi climatica e idrica, proponendo un sistema rapido e a basso costo per il monitoraggio e l’analisi dei fenomeni di subsidenza associati allo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche sotterranee. La metodica messa a punto da Medici è basata sulla tecnica InSAR (Interferometric Synthetic Aperture Radar), in combinazione con strumenti di misura in situ. E si è già rivelata utile al suo primo banco di prova: l’area industriale di Montemurlo (Prato), dove la ricercatrice ha individuato fenomeni di subsidenza legati al sovrasfruttamento delle acque sotterranee, localizzando l’abbassamento del suolo e determinato la profondità della deformazione, correlandola alle attività industriali locali. In questo modo, ha permesso interventi tempestivi, riducendo il rischio per edifici e infrastrutture e offrendo un modello replicabile per la gestione sostenibile delle risorse idriche e la prevenzione dei danni da subsidenza.

Studio e la cura della sclerosi multipla

Valeria Pozzilli è una neurologa dell’università Campus Biomedico di Roma, specializzata nello studio e nella cura della sclerosi multipla. Il lavoro per cui è stata premiata è dedicato alla forma pediatrica della malattia, e ha analizzato 40 bambini trattati con farmaci ad alta efficacia mostrando che, nonostante la stabilità clinica, il miglioramento cognitivo e la riduzione dei neurofilamenti sierici, le risonanze magnetiche evidenziano la presenza di lesioni lentamente espandenti, segno di infiammazione cronica. I risultati dimostrano quindi che le terapie, pur impedendo la comparsa di disabilità, non riescono a fermare completamente la progressione della malattia in età pediatrica. E che la sclerosi multipla pediatrica non è caratterizzata solamente da meccanismi infiammatori, ma anche da processi neurodegenerativi, il cui impatto è però contenuto o per le maggiori capacità di recupero dei pazienti, o per gli effetti benefici dell’inizio precoce di terapie ad alta efficacia in età pediatrica.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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