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Il sistema solare sembra muoversi molto più velocemente del previsto, ed è una scoperta che cambierebbe (quasi) tutto

by | Nov 17, 2025 | Tecnologia


Ma il nuovo studio ha trovato qualcosa che ha sorpreso i ricercatori: l’anisotropia rilevata è 3,7 volte più grande di quanto previsto dal modello standard. Una differenza tutt’altro che irrilevante, che raggiunge un valore di 5,4 sigma (σ): troppo grande per essere ignorata, in altre parole.

La nostra analisi mostra che il sistema solare si sta muovendo oltre tre volte più velocemente di quanto previsto dai modelli attuali“, ha dichiarato Lukas Böhme, autore principale dello studio, in un comunicato diffuso dall’università. “Questo risultato contraddice palesemente le aspettative basate sulla cosmologia standard e ci costringe a riconsiderare le nostre precedenti ipotesi“.

Una posizione condivisa anche dal cosmologo Dominik J. Schwarz, coautore dello studio pubblicato su Physical Review Letters: “Se il nostro sistema solare si muove davvero a questa velocità, dobbiamo mettere in discussione le ipotesi fondamentali sulla struttura su larga scala dell’Universo. Oppure, la distribuzione delle radiogalassie potrebbe essere meno uniforme di quanto pensiamo. In ogni caso, i nostri modelli attuali vengono messi alla prova [dalla scoperta]”.

Tra cautela e conferme

Nonostante l’entusiasmo per la possibilità di ribaltare un pilastro dell’astronomia, lo studio predica cautela. Le misurazioni potrebbero infatti essere influenzate da una moltitudine di elementi, dalle variazioni nella calibrazione della luminosità delle antenne alle irregolarità nella copertura del cielo.

Nel tentativo di attenuare questi fattori, tuttavia, il lavoro ha scartato i cataloghi che presentano un comportamento anomalo e si è avvalso di simulazioni che riproducono i limiti reali di ogni rilevazione. A corroborare la solidità delle conclusioni c’è poi la coincidenza tra cataloghi indipendenti, osservati con telescopi e tecniche diverse. I nuovi risultati confermano inoltre anche precedenti osservazioni sui quasar, i nuclei galattici estremamente luminosi e distanti, alimentati da un buco nero supermassiccio che “divora” la materia e rilascia enormi quantità di energia.

Le prossime rilevazioni, come Lotss-dr3, Emu e le prime mappe dello Square kilometre array (Ska), confermeranno l’anisotropia con una precisione ancora maggiore. Se la discrepanza dovesse continuare a emergere, potremmo avere la conferma che la nostra idea dell’Universo ha bisogno di una profonda revisione.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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