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Equal pay day, il mese e mezzo di divario che esiste in Europa tra gli stipendi delle donne e quelli degli uomini

by | Nov 17, 2025 | Tecnologia


Il 17 novembre in molti paesi europei ricorre l’Equal Pay Day europeo. È il giorno in cui, statisticamente, le donne raggiungono il loro salario medio annuo rispetto a quanto percepisce un uomo lavorando per l’intero anno. Secondo i dati raccolti dalla Commissione europea, infatti, il divario retributivo medio di genere nell’Unione europea vale circa un mese e mezzo di differenza, si attesta cioè a un -12% per le donne. In pratica, lo stipendio annuo medio di una donna corrisponde simbolicamente a quanto un uomo avrebbe guadagnato entro il 17 novembre. Per mantenere alta l’attenzione sul fatto che le lavoratrici europee continuano a guadagnare meno dei loro colleghi uomini, la Commissione europea celebra annualmente questa giornata, alla quale si sono affiancati dodici paesi dell’Unione che hanno istituito a loro volta un Equal pay day nazionale calcolato sulla base del divario retributivo specifico registrato nei rispettivi territori. L’Italia però non fa parte di questi paesi.

La situazione

La data che misura l’ineguaglianza retributiva

Il calcolo dell’Equal pay day funziona in modo analogo a quello dell’Earth overshoot day, la data che indica il momento dell’anno in cui esauriamo simbolicamente le risorse naturali del pianeta. Per calcolare l’Equal Pay Day bisogna prende il divario retributivo percentuale e tradurlo in giorni di calendario, determinando così quale sarebbe il giorno dell’anno in cui si fermerebbe lo stipendio di un uomo per eguagliare quello guadagnato da una donna nell’intero anno.

Nel caso dell’Unione europea, il 12% di differenza nelle retribuzioni orarie lorde medie tra lavoratori e lavoratrici corrisponde a 44 giorni in meno, ossia dal 17 novembre fino alla fine dell’anno. La data varia ogni anno in funzione dell’ultimo dato disponibile sul gender pay gap europeo. La buona notizia è che, sebbene lentamente, il divario si è ridotto nel corso dell’ultimo decennio, passando dal 16,4% del 2012 al 12% del 2023 (data relativa agli ultimi dati disponibili).

Oltre all’iniziativa europea, i dodici stati membri dell’Ue che organizzano un Equal Pay Day nazionale sono Austria, Belgio, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Francia, Paesi Bassi, Slovacchia, Portogallo, Spagna e Svezia. Al di là delle iniziative simboliche, la situazione in Europa presenta differenze significative tra i vari stati membri. Il Lussemburgo è l’unico paese dell’Unione a mostrare un divario negativo, pari a -0,9% nel 2023, il che significa che le donne guadagnano mediamente leggermente di più degli uomini. Il Granducato ha compiuto progressi rapidi dato che il divario era ancora del 10,7% a favore degli uomini nel 2006 e dell’1,4% nel 2018. Dopo il Lussemburgo, i paesi con il divario retributivo più contenuto sono il Belgio (0,7%), l’Italia (2,2%) e la Romania (3,8%). All’estremo opposto si collocano invece Lettonia (19%), Austria (18,3%), Repubblica Ceca (18%) e Germania (17,6%), che registrano i divari retributivi più ampi secondo i dati Eurostat del 2023.

L’Unione europea punta sulla trasparenza retributiva obbligatoria

Va precisato che il divario retributivo non deriva da discriminazioni legali, dato che il principio della parità di retribuzione è sancito nei Trattati europei fin dal 1957. Le cause del gap sono invece di natura strutturale e sociale. La Commissione europea identifica diversi fattori: circa il 24% del divario è legato alla segregazione settoriale, ossia alla sovrarappresentazione delle donne in settori relativamente meno remunerati come assistenza, sanità e istruzione. Un altro elemento determinante riguarda il lavoro part-time, dato che nel 2022 il 28% delle donne nell’Ue lavorava con questa formula contro l’8% degli uomini. Le interruzioni di carriera legate alla maternità e alla cura dei familiari pesano ulteriormente, così come la sottorappresentazione femminile nelle posizioni dirigenziali. Infine, in alcuni casi persiste una discriminazione retributiva diretta, ossia donne che guadagnano meno degli uomini pur svolgendo lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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