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Ittrio, se non sapete cosa sia è il momento di fare la sua conoscenza. Perché sta scatenando la nuova contesa tra Cina e Stati Uniti

by | Nov 25, 2025 | Tecnologia


Quando Pechino ha deciso di introdurre restrizioni all’export come risposta ai dazi statunitensi, l’intera struttura di approvvigionamento internazionale ha cominciato a vacillare. Le aziende hanno segnalato ritardi, difficoltà nell’ottenere licenze, incertezza sui tempi di consegna. Nel commercio delle terre rare, la mancanza di prevedibilità è spesso più dannosa della riduzione dei volumi: un settore abituato al just-in-time può essere messo in crisi anche da poche settimane di ritardo.

La dipendenza globale da Pechino e l’erosione delle scorte

Gli effetti sono stati immediati. In Europa i prezzi dell’ossido di ittrio hanno registrato un aumento vertiginoso, arrivando a toccare un incremento del 4.400% dall’inizio dell’anno. Le aziende aerospaziali, che dipendono fortemente da questo materiale, hanno espresso allarme e richiesto al governo americano misure urgenti per ampliare la produzione interna. L’industria dei semiconduttori non è meno preoccupata: alcune aziende hanno definito la situazione una minaccia “grave”, prevedendo impatti su costi, efficienza e tempistiche di produzione. Anche le centrali elettriche a gas, che utilizzano l’ittrio nei rivestimenti protettivi delle turbine, guardano con crescente attenzione agli sviluppi cinesi, pur sostenendo per ora di non aver ancora subito interruzioni.

La situazione dei magazzini fuori dalla Cina aggiunge ulteriori livelli di complessità. Le riserve disponibili, secondo stime frammentarie, variano da uno a dodici mesi a seconda dei produttori. Alcuni trader hanno già riferito di essere a corto di materiale: da quantità nell’ordine delle centinaia di tonnellate, molti sono scesi a poche unità. Altri sono completamente privi di scorte. Questa volatilità rende il mercato estremamente fragile e sottolinea come la filiera mondiale dipenda da un numero ristretto di attori. Le esportazioni cinesi verso diversi Paesi sono diminuite di circa il 30%. La Cina, che punta a diventare una potenza tech autonoma, mantiene quindi una posizione di forza e un alto grado di discrezionalità, dosando con attenzione le quantità immesse sul mercato internazionale. D’altronde, sin dall’inizio le misure introdotte da Pechino sul settore sono abbastanza flessibili da consentire di modulare il flusso delle spedizioni a seconda delle decisioni politiche.

Xi mette nel mirino la difesa americana

Sul fronte politico, la tregua commerciale tra Washington e Pechino non ha ancora prodotto risultati concreti. Le due parti hanno concesso ai negoziatori tempo fino alla fine di novembre per delineare condizioni più chiare sull’export di terre rare verso gli Stati Uniti, ma la distanza tra le rispettive priorità resta ampia. Pechino continua a lavorare a un sistema di licenze, ispirato a meccanismi già utilizzati dagli Stati Uniti, che permetterebbe un flusso più rapido solo verso aziende considerate prive di legami con l’industria militare americana. Ciò lascerebbe in posizione svantaggiata numerose imprese occidentali che operano nel delicato confine tra produzioni civili e applicazioni di difesa, complicando ulteriormente l’accesso ai materiali.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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