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Sono stati svelati i dettagli dell’enorme struttura preistorica ad anello scoperta vicino al sito di Stonehenge

by | Nov 28, 2025 | Tecnologia


Proprio vicino al famoso sito archeologico di Stonehenge, sorge una struttura ad anello composta da fosse giganti che circondano Durrington Walls, nel Wiltshire. A rivelarne nuovi dettagli è oggi un team di ricerca coordinato dall’Università di Bradford e dall’Università di St Andrews, che dopo le prime ricerche condotte qualche anno fa, ha confermato la presenza di una serie di circa 20 fosse, ognuna di ben 10 metri di diametro e 5 metri di profondità, che formano un anello ampio oltre i 2 chilometri. Lo studio è stato pubblicato su Internet Archaeology Journal.

La scoperta del sito vicino a Stonehenge

L’apparente esistenza dell’anello di fosse è stata rivelata per la prima volta nel 2020, e subito definita da alcuni esperti come la più grande struttura preistorica mai trovata in Gran Bretagna. C’era, tuttavia, anche scetticismo: alcuni scienziati pensavano infatti che la struttura fosse di origine naturale e non ideata da popolazioni neolitiche più di 4 mila anni fa. Grazie a una combinazione di metodi geofisici e geochimici mai sperimentata prima in questo modo, il nuovo studio fornisce quindi informazioni più precise sulla datazione e sull’ambiente, oltre a dimostrare che le fosse sono sicuramente state scavate dagli esseri umani. “Le dimensioni eccezionali delle fosse richiedevano una strategia innovativa per esplorarle senza la necessità di scavi ingenti e molto costosi”, ha affermato al Guardian Vincent Gaffney, tra gli autori dello studio. “Poiché nessuna tecnologia può rispondere a tutte le domande, sono stati utilizzati diversi tipi di apparecchiature per stabilire le dimensioni e la forma delle fosse”.

I nuovi dettagli

In particolare, i ricercatori si sono serviti della tomografia a resistenza elettrica per valutare la profondità delle fosse, mentre il radar e la magnetometria per misurarne la forma. Hanno, inoltre, prelevato carotaggi di sedimento a cui hanno applicato tecniche come la luminescenza stimolata otticamente per datare il terreno direttamente dall’ultima esposizione alla luce solare, e una specifica analisi del dna (SedaDna) per recuperare il dna animale e vegetale dal terreno. Dalle analisi, i ricercatori ritengono che le fosse possano essere state scavate nel tardo Neolotico. “Le nuove prove di datazione, unite alla firma geochimica straordinariamente coerente osservata nei riempimenti delle fosse, forniscono la prova definitiva che furono costruite da persone che vivevano nel sito in un periodo di tempo molto breve”, ha commentato il co-autore Tim Kinnaird. “La sincronia temporale di questo processo avrebbe potuto essere ottenuta solo grazie a un’azione dedicata e coordinata”. Anche se il motivo esatto per cui l’abbiano fatto non è ancora stato chiarito, Gaffney ipotizza che ciò possa essere collegato alla credenza nell’esistenza di un mondo sotterraneo.

Un lavoro di precisione

Quello che è indubbio è la straordinarietà di questo anello di fosse vicino al sito di Stonehenge che suggerisce come le persone sapessero misurare le distanze per assicurarsi che le fosse fossero allineate alla stessa distanza lungo tutto il perimetro. “L’abilità e lo sforzo che devono essere stati necessari non solo per scavare le fosse, ma anche per posizionarle con tanta precisione nel paesaggio sono straordinari”, ha concluso il co-autore Richard Bates. “Se si considera che le fosse sono distribuite su una distanza così ampia, il fatto che siano disposte in uno schema circolare quasi perfetto è davvero impressionante”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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