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La Polonia, seconda produzione al mondo, ha vietato gli allevamenti di animali da pelliccia

by | Dic 4, 2025 | Tecnologia


La Polonia ha detto basta alle pellicce. Martedì 2 dicembre il presidente Karol Nawrocki ha firmato la legge che vieta l’allevamento di animali per la produzione di pellicce, trasformando il paese nel diciottesimo stato membro dell’Unione europea a porre fine a una pratica che ogni anno causava la morte di circa tre milioni di visoni, volpi, cani procione e cincillà. La decisione colpisce al cuore un settore in cui la Polonia era il principale produttore europeo e il secondo a livello globale, superata solo dalla Cina: sul territorio nazionale operavano ancora 281 allevamenti, di cui 169 dedicati ai visoni, 37 alle volpi, 11 ai cani procione e 64 ai cincillà.

Come si è arrivati a questa decisione

La firma del presidente è arrivata dopo l’approvazione al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco, e al Senato nel mese precedente, grazie a un accordo trasversale che ha unito partiti dalla sinistra al centrodestra. L’unica opposizione è giunta dalla formazione di estrema destra Konfederacja, come riporta Notes from Poland. Il testo prevede che i nuovi allevamenti siano vietati immediatamente e che le strutture esistenti debbano cessare le attività entro il 31 dicembre 2033. Un sistema di compensazioni graduali incentiverà le chiusure anticipate: chi abbandonerà l’attività entro il 1° gennaio 2027 riceverà fino al 25% del reddito medio degli anni 2020-2024.

Il declino dell’industria polacca delle pellicce era già in corso da tempo. Secondo i dati citati da Business of Fashion, le esportazioni di pellicce di visone dalla Polonia sono crollate dai 402 milioni di euro del 2015 a soli 71 milioni nel 2024. Il numero degli allevamenti sul territorio nazionale era già sceso da 810 nel 2015 ai 281 attuali. La decisione di Varsavia si allinea a un sentimento condiviso dalla popolazione: i sondaggi indicano che il 66% dei polacchi sostiene il divieto.

Il presidente Nawrocki, legato al partito conservatore Diritto e giustizia (Pis), ha sottolineato che la legislazione risponde alla volontà dei due terzi della popolazione. La sua decisione ha sorpreso alcuni osservatori, dato che durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2025 aveva espresso perplessità su misure analoghe. La coalizione di governo guidata dal primo ministro Donald Tusk aveva fatto della questione una priorità e disponeva dei numeri per superare un eventuale veto.

“Questo è un momento storico per la protezione degli animali in Polonia che porrà fine alla sofferenza e alla morte di milioni di animali allevati per le loro pellicce”, ha affermato Iga Głażewska-Bromant, direttrice dell’associazione animalista Humane World for Animals Polonia. “L’allevamento destinato alla produzione di pelliccia non fa parte del patrimonio polacco e la maggior parte delle cittadine e dei cittadini polacchi si oppone alla crudeltà delle pellicce”.

Il contesto europeo e i prossimi passi

La firma di Nawrocki giunge poche settimane dopo la pubblicazione, il 30 luglio 2025, del parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), l’agenzia dell’Ue che valuta i rischi legati alla catena alimentare e al benessere animale. Il documento ha stabilito che la sofferenza animale negli allevamenti di pellicce è sistemica e che il confinamento a vita in gabbie metalliche piccole e spoglie non può soddisfare i bisogni fondamentali degli animali. L’Efsa ha concluso che i problemi di benessere “non possono essere prevenuti o significativamente mitigati” nei sistemi di allevamento attualmente in uso, una formulazione che mette in discussione anche gli schemi di certificazione promossi dall’industria.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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