Il nuovo lavoro cita anche ricerche precedenti in cui la carenza del recettore Nmda, causata dalla mutazione di Grin2A, è stata trattata con L-serina, un amminoacido. I quattro pazienti con schizofrenia coinvolti nella sperimentazione hanno mostrato miglioramenti notevoli: dopo il trattamento, sono scomparse le allucinazioni, i sintomi paranoici sono regrediti e il comportamento dei soggetti è diventato più stabile.
Poiché questo trial è precedente allo studio principale, gli autori precisano che l’approccio terapeutico non può ancora essere considerato conclusivo. Tuttavia, sottolineano che l’efficacia della L-serina potrebbe essere confermata in uno studio clinico randomizzato e in doppio cieco.
La schizofrenia resta un enorme enigma
La schizofrenia è un disturbo mentale che può presentarsi sotto forma di deliri e allucinazioni, disorganizzazione del pensiero e del linguaggio e cambiamenti nel comportamento, accompagnati da una perdita di motivazione o piacere. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la malattia colpisce circa 23 milioni di persone nel mondo, pari allo 0,29 per cento della popolazione globale. Negli adulti, la quota sale allo 0,43 per cento: in altre parole, una persona su 233 sviluppa la malattia.
Gli specialisti conoscono ormai bene i sintomi della schizofrenia e hanno identificato le fasce d’età in cui tende a comparire. Esistono terapie efficaci e sono noti diversi fattori di rischio, che includono la componente genetica, gli aspetti neurochimici e influenze esterne come lo stress o l’uso di sostanze.
Eppure la scienza non ha ancora identificato una causa unica, né chiarito completamente la variabilità tra i soggetti a rischio. Ma soprattutto, non esiste ancora una strategia chiara per prevenire la comparsa del disturbo.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en Español.



