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sabato, Dic 21

Qualcuno poi mi spiegherà cos’ha di speciale Luke Skywalker


Un personaggio senza carisma che non avverte mai la grandezza che lo circonda. Lo jedi per eccellenza dimostra come Star Wars più che sui personaggi-icona si basa su spalle e comprimari

Non ho mai compreso la grandezza di Luke Skywalker e ho finalmente capito come mai: non ha una grandezza. Questo ragazzo dall’aria qualunque, allevato su uno sperduto pianeta della galassia dai genitori adottivi senza sapere di essere figlio biologico di una regina e di uno jedi che ha tradito il suo ordine diventando l’essere più pericoloso dell’universo, rimane un ragazzo dall’aria qualunque, anche nel momento in cui sa di essere uno jedi e l’ultima salvezza della resistenza contro l’Impero. Mark Hamill l’attore che ricopre il ruolo, non incarna mai la Forza. Non ce la fa, è al di là delle sue possibilità. Nella seconda trilogia (intendo quella uscita per prima nei cinema: Guerre stellari, L’Impero colpisce ancora, Il ritorno dello jedi) tutto il carisma ricade su due personaggi: uno per capacità interpretativa, l’altro per il ruolo che riveste nella storia. Parlo di Han Solo e di Darth Vader.

Han Solo è diventato Han Solo perché a interpretarlo c’era Harrison Ford. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto infondere al personaggio quel mix di buon cuore ed etica da contrabbandiere, nessuno, col solo sorriso guascone, avrebbe potuto delineare una completa biografia. Darth Vader è una figura che va al di là delle capacità recitative. E una maschera, un’entità oscura. È l’emblema dell’umano che si è sacrificato all’ideale, che si è incarnato nel metallo. Solo mettendogli la voce di Topolino si sarebbe potuto rovinare una figura così. Per la verità, lo si è fatto in parte con la trilogia prequel, nel momento in cui la si è umanizzata, raccontandone il percorso che l’aveva portata al male e consegnando una simile impresa alle doti recitative di Hayden Christensen. Invece Luke Skywalker…

Si potrebbe dire che la sua forza risieda nell’essere un ragazzo qualunque. Del resto, spesso gli eroi sono così. Prendiamo altre saghe fantastiche: Frodo e Harry Potter non partono certo come eroi predestinati. Scoprono di esserlo. Il percorso formativo di Skywalker è analogo, fatto di prove, incertezze, tentennamenti e, infine, scoperta di sé e dei propri talenti nascosti, ma gli manca lo scatto in avanti, il gioco di luci e ombre che accompagni un simile iter formativo. E l’assenza del carisma è, secondo me, il grande problema di quest’ultima trilogia, finalmente conclusa con l’uscita de L’ascesa di Skywalker. Kylo Ren è una versione mal riuscita in salsa teenager di Darth Vader. Il personaggio non convince. Non fa paura. Nemmeno nei momenti in cui dà il peggio di sé. La sua forza (negativa) dovrebbe risiedere nella sua immaturità, nel suo senso di incompletezza, ma non la avvertiamo mai. Poco carismatica è anche Rey. È tutto ridimensionato rispetto alla trilogia più “anziana”. Persino, nel primo e nel secondo episodio di quest’ultima, la presenza del grande cattivo, il burattinaio che comanda i fili del giovane Kylo, ovvero Snoke, è appena l’ombra del suo precursore, l’imperatore Palpatine.

Kylo-Ren-Last-Jedi

Un altro grande problema della trilogia prequel e di questa è la mancanza di spalle valide. Star Wars più che sui protagonisti assoluti trasfigurati in icone più che personaggi veri e propri, ha fondato la sua quota emotiva ed empatica sui comprimari – Han Solo – e addirittura sui ruoli marginali, quelli di C3-PO, R2-D2, Jabba eccetera, alcuni così potenti da aver meritato un proprio arco narrativo, primo tra tutti Boba Fett: The Mandalorian è la vera sorpresa dell’universo Star Wars di questi ultimi anni. La trilogia prequel aveva tentato di sfornare una nuova serie di personaggi marginali altrettanto potenti, con esiti disastrosi: Jar Jar Binks fu un caso emblematico.

Tornando a Luke Skywalker avevo pensato che il rivederlo brandire una spada laser dopo 32 anni – tanti ne sono passati tra Il ritorno dello jedi e Il risveglio della forza – vecchio, disilluso e con la barba lunga gli avrebbe donato quel carisma che la sua faccia imberbe e i suoi modi ingenui gli avevano sottratto. E così è stato. Ma solo per il breve momento in cui è apparso ne Il risveglio della forza. Mi è bastato ritrovarlo nel film successivo per un tempo più lungo di una breve apparizione, che il mito è ricaduto. E in questo terzo e ultimo, non si è risollevato.

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