Da Wired.it :
Seconda versione cinematografica tratta dall’omonimo romanzo di quel genio di Roald Dahl. Zemeckys rende tutto più orripilante, ma anche hollywoodiano e quindi buonista. In streaming dal 28 ottobre
Si legge Le streghe, si potrebbe intitolare La strega Suprema, il nuovo adattamento del romanzo di Roald Dahl firmato da Robert Zemeckis. Dal 28 ottobre disponibile in digitale (su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV) è un film per ragazzi e famiglie interamente costruito sulla figura della strega capo della congrega, una divertente e divertita Anna Hathaway nel suo ruolo più istrionico e autoironico.
Bizzarro incrocio fra una parruccata Crudelia De Mon e una sorta di Joker con tanto di tagli sul sorriso, l’opera gira interamente attorno a lei e alla sua vivace performance, che certo deve molto alla precedente prova d’attrice – maiuscola, come sempre – di Anjelica Huston. Era il 1990, alla regia c’era Nicolas Roeg, e Zemeckis gli deve molto – su tutte, le scene in hotel, fin troppo simili – ma qui il livello di effetti speciali e tecnologie visive è talmente superiore da rendere impossibile il paragone.
L’ambientazione cambia, dall’Inghilterra voliamo all’Alabama di fine anni Sessanta, e i protagonisti sono afroamericani, sia il ragazzino che si ritrova orfano di colpo a causa di un incidente stradale (narrato in modo visivamente efficace), sia sua nonna, esperta in erbe e medicamenti.
Se da un lato dispiace vedere grandi attori sacrificati in piccoli ruoli, come Stanley Tucci impacciato concierge dell’hotel in cui ci sarà la congrega delle streghe, ridotto a poco più che una macchietta, dall’altro colpiscono scene di grande impatto visivo. La trasformazione dei bambini in topi lascia senza fiato, così come la classica scena in cui le streghe di Dahl si spogliano degli abiti umani per sfoderare mani di artiglio, piedi mozze e teste calve con tanto di dermatite da parrucca.
Divertimento e spavento sono assicurati, c’è una certa tensione nell’assistere alla metamorfosi dei bambini in animali (topi, ma anche un tacchino), smorzata però dal tono del film, che resta sempre lieve e in superficie. Giusto nell’inquietudine delle mostruosità che non vengono risparmiare al pubblico si nota lo zampino di Guillermo del Toro, che ha scritto e prodotto il film. Chissà come sarebbe stata la sua versione d’animazione in stop motion di Le Streghe, bocciata sul nascere nel 2008 con davvero poca lungimiranza.
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