Da Wired.it :
Allo studente è stato diagnosticato un disturbo depressivo e gli è stato negato il vaccino contro Covid-19. Da oltre un anno è sottoposto al regime di detenzione in Egitto
Patrick Zaki dovrà passare altri 45 giorni in custodia cautelare, con l’accusa di aver partecipato ad azioni di “propaganda sovversiva su internet”. È quanto stabilito da una corte egiziana, dopo un’udienza tenutasi senza gli avvocati o osservatori delle ambasciate. Lo studente dell’università di Bologna è in prigione al Cairo da febbraio dell’anno scorso, quando è stato arrestato in aeroporto, appena rientrato in Egitto dall’Italia e senza neppure poter contattare il suo avvocato. Da allora, nonostante gli appelli di autorità, partiti, associazioni per i diritti umani e la mozione del Senato per concedergli la cittadinanza italiana, il regime del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi si è rifiutato di aprire un vero processo, scarcerarlo o di mediare per arrivare a una risoluzione della controversia.
Altri “45 giorni, come ogni volta” ha dichiarato all’Ansa la legale di Zaki, Hoda Nasrallah. Un prolungamento della detenzione che non sorprende nessuno. È da un anno che il giudice del Cairo incaricato di decidere sul destino del giovane studente non fa altro che rinnovare questi 45 giorni di detenzione, udienza dopo udienza. Secondo gli attivisti della pagina Facebook Free Patrick Zaki, le autorità egiziane hanno impedito ai rappresentanti delle ambasciate e all’avvocato incaricato dall’Unione europea di partecipare all’udienza e ascoltare le motivazioni del giudice.
Il 16 giugno sarà il 30esimo compleanno di Zaki e lo studente dovrà trascorrerlo da solo in carcere. Le sue condizioni di salute sono peggiorate durante la detenzione e all’ultima udienza gli è anche stato diagnosticato un disturbo depressivo, riferisce Fanpage. Inoltre, nonostante soffra di asma, le autorità del Cairo si sono anche rifiutate di vaccinare lo studente contro il Covid-19, ignorando le richieste dell’avvocato e della famiglia, spiegano dall’ong Amnesty. Nel frattempo in molti Comuni stanno continuando a dare la cittadinanza onoraria al ragazzo in segno di solidarietà. Tuttavia, ricorda L’Espresso, diverse amministrazioni guidate dal centrodestra si stanno rifiutando di fare altrettanto, come Genova o Treviso.