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martedì, Apr 14

A che punto è la pandemia di coronavirus all’estero, dalla Francia agli Stati Uniti



Da Wired.it :

Francia e Uk hanno prorogato il lockdown, mentre Spagna, Danimarca e Austria hanno riaperto anche i servizi non essenziali. Negli Usa, invece, il picco dei contagi dovrebbe arrivare la prossima settimana

(foto: Eduardo Sanz/Europa Press via Getty Images)

L’Italia è uno dei primi paesi in Europa a disporre una riapertura, seppur molto parziale, di attività non considerate strettamente essenziali, come librerie, cartolibrerie e servizi per l’infanzia. Un piccolo passo in avanti dovuto a un rallentamento della diffusione di contagi e dei malati in terapia intensiva. Nel nostro paese s’inizia quindi a pensare alla “fase due” – quella di convivenza del virus – ma non è lo stesso nel resto d’Europa e del mondo. La situazione nel Vecchio continente – dove i casi confermati sono più di 900mila – è quantomeno eterogenea: c’è chi ha deciso di prorogare le misure di contenimento del virus, come la Francia, e chi di avviare una lenta ripresa, come avviene in Spagna o in Austria. E poi ci sono gli Stati Uniti, da tempo nell’occhio del ciclone della pandemia, dove qualcosa inizia a muoversi.

Cosa hanno deciso i governi d’Europa

Il presidente francese Emmanuel Macron, in un discorso ai cittadini francesi trasmesso nella serata del 13 aprile, ha annunciato che le misure anti coronavirus saranno prorogate fino al 11 maggio. “In caso di una curva di contagi negativa, penseremo ad alleggerire queste misure” ha spiegato Macron – che comunque ha sottolineato come, seppur in maniera graduale, questi provvedimenti avranno durata almeno fino all’inizio dell’estate. Ad esempio scuole, ristoranti, bar non apriranno “prima dell’estate” e le norme di igiene e distanziamento sociale dovranno essere applicate anche dopo la scadenza dell’11 maggio.

Sulla stessa linea si è espresso anche il vicepremier britannico Domic Raab. “Non ci aspettiamo di apportare modifiche alle misure attualmente in vigore, e non lo faremo fino a quando non saremo sicuri che tali cambiamenti possano essere fatti senza creare alcun rischio”, ha detto durante una conferenza stampa. Infatti, come riporta anche la Bbc, i dati forniti dalle autorità sanitarie inglesi dimostrano che il picco dei contagi è ancora lontano e predisporre una ripresa di queste attività significherebbe rischiare “una seconda ondata d’infezioni”. “Dobbiamo continuare su questa linea, abbiamo perso già troppi cari e sacrificato molto per permetterci di mollare”, ha sottolineato ancora Raab.

Situazione differente, invece, in Spagna che continua a essere il primo paese in Europa e il secondo al mondo per casi di positivi registrati. Benché s’inizi a vedere qualche segnale positivo grazie a un trend negativo di contagi, registrato dal 2 aprile in poi. Proprio per questo, il governo di Pedro Sanchez ha deciso di riaprire la maggior parte delle attività, ad eccezione dei negozi al dettaglio, delle imprese specializzate in intrattenimento, dei bar e dei ristoranti. Decisione che ha sollevato non poche preoccupazioni nel paese tanto che il ministero della Sanità ha deciso di pubblicare un vademecum di comportamenti da tenere nei luoghi pubblici e di distribuire mascherine in prossimità di tram, bus e metropolitane. Lenta ripresa anche in Austria, dove riapriranno servizi e attività non essenziali (tranne alberghi, bar e ristoranti), e in Danimarca in cui riprenderanno le attività scolastiche.

E negli Stati Uniti?

Negli Usa la situazione rimane ancora molto critica: solo nella giornata del 13 aprile sono stati registrati più di 22mila nuovi casi. Ma il picco potrebbe essere molto vicino, secondo quanto riportano le autorità sanitarie statunitensi. “In questo momento ci stiamo avvicinando al picco. Potrebbe essere la prossima settimana”, ha dichiarato Robert Redfield, direttore del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) al programma Today trasmesso dalla Nbc. Visione confermata anche da un funzionario dell’amministrazione Trump che, come scrive Reuters, ha indicato il 1 maggio come una potenziale data per allentare le restrizioni. Intanto, i governatori di sette stati (New York, New Jersey, Connecticut, Pennsylvania, Rhode Island and Delaware) hanno iniziato a lavorare a un’apertura graduale di alcune attività e servizi scolastici.

Come scrive il New York Times, per il governatore di New York, Andrew Cuomo, ormai il “peggio è passato”, quindi tutti gli sforzi devono essere concentrati verso una ripresa delle attività economiche, scongiurando una perdita ancora più ampia di posti di lavoro. Una decisione che ha indispettito il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che durante una conferenza stampa tenutasi il 13 aprile ha detto di essere l’unico a poter prendere una decisione del genere. Cosa che ha confermato anche su Twitter, bollando la notizia dei governatori come una fake news.

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[Fonte Wired.it]