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venerdì, Feb 28

A che punto è la ricerca del paziente zero del coronavirus in Italia?



Da Wired.it :

Le indagini volte a scoprire chi sia il paziente zero, ossia il soggetto che ha portato il coronavirus nel nostro Paese, si fanno sempre più complesse. E secondo il parere degli esperti, forse non lo troveremo mai

paziente zero
(foto: Marco Di Lauro/Getty Images)

Mentre il numero di contagi nel nostro Paese sale a quota 400 circa, le indagini per scoprire il cosiddetto paziente zero, ossia la persona infetta dal nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) che ha dato il via alla catena di contagio in Italia, sembrano farsi sempre più complicate. Se da una parte, infatti, lo stiamo ancora cercando, dall’altra con il passare del tempo si fa sempre più difficile riuscire a formulare ipotesi sull’origine della diffusione del virus. E il parere di alcuni esperti è sempre più pessimista: probabilmente non lo troveremo mai.

Scoprire l’identità del paziente zero è fondamentale per capire come il virus si sta propagando e per riuscire, di conseguenza, a contenere il numero di nuovi contagi. Inizialmente si era ipotizzato fosse un uomo di 41 anni che, tornato dalla Cina, aveva contagiato il primo caso diagnosticato in Italia, il trentottenne di Codogno che ora si trova al Policlinico di Pavia. Tuttavia, il presunto paziente zero è poi risultato negativo ai test per gli anticorpi, analisi che permettono di identificare anche i soggetti che sono già guariti dalla Covid-19, e ciò vuol dire, quindi, che il soggetto non è mai stato infettato dal nuovo coronavirus.

Con l’emergere del secondo focolaio nel Nord nel comune di Vo’ Euganeo (Padova), le autorità sanitarie hanno cominciato a formulare diverse ipotesi per riuscire a stabilire se i due focolai fossero collegati tra loro oppure distinti, e che, quindi, ci potessero essere non uno ma più pazienti zero. “I primi riscontri evidenziano che in Italia si sono sviluppati due focolai”, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa urgente alla Camera, sottolineando come a oggi l’identità del paziente zero rimanga ancora un mistero. E mentre si continuano a formulare ipotesi sulla connessione o meno dei focolai in Nord visto che i potenziali paziente zero sono tutti risultati negativi ai test, alcuni giorni fa il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, aveva riferito di aver individuato due piste che potrebbero ricondurre al paziente zero. “Si tratta di due piste legate al Lodigiano e alla Cina. Anche se non si sa ancora con esattezza di quali piste si tratta.

All’aumentare dei casi di contagio, cresce tuttavia anche il numero di persone che si devono sottoporre ai test degli anticorpi, rendendo così le indagini sempre più complesse. “È stato un colpo di fortuna intercettarlo”, ha spiegato a Repubblica Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa, riferendosi al trentottenne di Codogno. “Senza quella prima diagnosi forse i casi si sarebbero moltiplicati ancora in modo silenzioso”, prosegue l’esperto, sostenendo che i pazienti zero non si stanno trovando perché probabilmente il virus è in circolazione da tempo, forse da gennaio. “Se i malati si sono rivolti al sistema sanitario si è pensato che fossero stati colpiti dall’influenza, oppure avevano sintomi così lievi che nemmeno sono andati dal dottore. I pazienti che vediamo adesso potrebbero appartenere alla seconda o terza generazione dei contagiati”. E va da sé, quindi, che il paziente zero è sempre più difficile da trovare.

“L’individuazione del paziente zero sta diventando il giallo dei gialli”, spiega la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, nel corso ai microfoni della trasmissione radiofonica Una mela al giorno in intervista riportata poi da Il Fatto quotidiano. “Vi dico che non c’è e che secondo me non ci sarà. Qui si tratta di un secondo livello, cioè di una persona che ha già avuto il coronavirus e che potrebbe essere scoperto solo analizzandolo, in modo da verificare così la presenza dell’anticorpo”. Secondo Zampa, quindi, bisognerebbe focalizzarsi su un altro punto chiave, ossia che il 70-75% delle persone affette da coronavirus guarisce o senza accorgersene (è quindi asintomatico) o presenta sintomi lievi. “Probabilmente il paziente zero ha contaminato altri, forse senza sapere di essere portatore di coronavirus, o forse essendone guarito”, precisa Zampa.

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[Fonte Wired.it]