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giovedì, Dic 19

Abbiamo contato gli omicidi commessi in Italia nel 2019. Ecco la loro mappa


Wired ha censito tutti i 276 omicidi che si sono verificati a partire dall’inizio dell’anno. La maggior parte maturano in ambito famigliare e vengono compiuti con un’arma da fuoco

Image by Gerd Altmann from Pixabay

Sono 276 dall’inizio dell’anno. Tanti gli italiani rimasti vittima di omicidio nel corso del 2019: da un bimbo di pochi mesi, gettato in una scarpata dalla madre in provincia di Benevento, a un uomo di 93 ucciso al termine di una lite a Mondragone, nel casertano.

Wired ha deciso di raccontare la cronaca nera attraverso i dati. Per farlo ha attivato un Google alert che ogni giorno, dal 1° gennaio 2019, ha cercato in rete tutti gli articoli contenenti la parola “omicidio“. Ed è così che sono state raccolte le informazioni che hanno permesso di costruire questa mappa:

Ogni punto sulla mappa rappresenta una città nella quale si è verificato un omicidio tra il 1° gennaio ed il 16 dicembre, giornata nella quale si è conclusa la raccolta dei dati. Più è grande, maggiore è il numero di delitti che si sono verificati nel corso dell’anno.

Vista la modalità di raccolta dei dati, è possibile che qualche episodio non sia stato censito. Il numero ufficiale sarà pubblicato tra qualche mese dall’Istat. Bene inoltre specificare che la scelta è stata quella di concentrarsi sugli omicidi volontari, escludendo quindi quelli colposi, preterintenzionali e stradali.

Come si può osservare dalla mappa, l’unica regione che non abbia registrato delitti nel corso dell’anno è la Valle d’Aosta. Per il resto, gli omicidi sono distribuiti un po’ lungo tutta la penisola. Tanto più che, se si guarda al contesto nel quale sono maturati, si vede come il numero maggiore è avvenuto in ambito famigliare. E le cause di omicidi di questo tipo prescindono dagli aspetti geografici.

Come si può notare, il totale è inferiore ai 276 omicidi censiti. Questo perché in alcuni casi non è stato possibile ricostruire il contesto in cui è avvenuto il delitto. Per esempio perché le indagini, che si muovono con tempi del tutto non prevedibili, non sono ancora riuscite ad appurarlo.

Oltre agli 83 omicidi maturati in famiglia, ce ne sono 49 avvenuti a seguito di una lite, per esempio per un parcheggio conteso. È successo ad agosto ad Ucria (Messina), dove sono state uccise due persone. Sono invece solo 21 i delitti legati alla criminalità. Beninteso, in molti casi questa è la pista verso la quale si sono mossi gli inquirenti: ma in assenza di un fermo o di un sospettato, si è preferito non censirli in questo modo.

Ci sono tre casi di esponenti delle forze dell’ordine uccisi in servizio. Si tratta del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma nel luglio scorso, e dei due agenti di polizia Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, freddati in Questura a Trieste. I tre vigili del fuoco morti nell’esplosione di una cascina a Quargnento (Alessandria) rientrano nel contesto economico. Questo perché l’uomo accusato di averli uccisi voleva far esplodere la sua proprietà per incassare i soldi dell’assicurazione.

Non si vede nella mappa invece il femminicidio. Questo perché si tratta di una fattispecie che non è riconosciuta nel nostro codice penale, ma sono in totale 101 le donne uccise dall’inizio dell’anno. Non tutte da parte del loro partner, perché ci sono anche vittime di rapine finite male. E anche quando il colpevole è il marito, non mancano casi di omicidio/suicidio legati a malattia di un coniuge o a motivazioni economiche.

Quelli che vengono normalmente intesi come femminicidi si trovano così sia tra i delitti maturati in contesto famigliare, così come tra gli omicidi passionali e tra gli omicidi/suicidi.

L’ultimo tema analizzato riguarda l’arma del delitto, le modalità con cui le 276 vittime hanno perso la vita. La prima causa sono le armi da fuoco.

Ben 101 le persone uccise con pistole o fucili dall’inizio dell’anno, 75 quelle morte per i colpi di un’arma da taglio. In generale, le prima rappresentano la prima causa di morte tra gli uomini, le seconde tra le donne. Via via meno frequenti, invece, le altre modalità. A prescindere da quella scelta, il risultato non cambia: una vita spezzata. E dall’inizio dell’anno nel nostro Paese è già successo 276 volte.

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