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lunedì, Feb 14

Abbiamo partecipato all’Audi e-Rally 20quattro ore dei Laghi (e siamo arrivati terzi)



Da Wired.it :

L’Audi e-Rally 20quattro ore dei Laghi è una volpe ferma sul ciglio del 29° tornante del Passo di Giau curiosa come una comitiva di spettatori al Giro d’Italia. È il cielo stellato sopra al lago innevato di Fedaia dopo la prova speciale con le ruote chiodate. È il silenzio notturno del bosco di pini durante il trasferimento a Pian di Falzarego con lo sguardo fermo sul tachimetro a mantenere i 53 km/h di media. Ecco alcuni flash che ci portiamo via dal primo rally italiano con auto elettriche organizzato da Audi Italia. Una gara che per 24 ore consecutive ha interessato centinaia di chilometri di strade dolomitiche tra Veneto e Trentino. 

La fine di Audi 20quattro ore dei Laghi davanti al municipio di Cortina D’Ampezzo in Corso Italia 

Strade che hanno visto coinvolti anche Wired trai 24 equipaggi. Suddivisi in 6 Team, ci sono alternati a bordo di 6 Audi Q4 e-tron e 6 Audi RS e-tron GT. Audi e-rally 20quattro ore dei Laghi nasce come competizione organizzata in conformità al Codice Sportivo Internazionale della FIA. Sotto l’egida regolamentare dell’Automobile Club d’Italia, ha visto la presenza, quale ufficiale di gara, di un Giudice Unico Delegato ACISPORT che ha redatto la classifica in relazione ai controlli e alle prove dei singoli equipaggi. Tutti i dati sono visibili su Cronocar Service cliccando il logo e-Rally 20quattro ore dei Laghi. 

Tanto è vero che, oltre al tampone molecolare, nelle 48 ore precedenti alla manifestazione, e a quello rapido all’arrivo in hotel, tutti i giornalisti-piloti sono stati sottoposti a regolare visita medica con successiva iscrizione all’ACI. Ogni equipaggio composto da un giornalista e un copilota professionista ha svolto 2 delle 8 tappe con partenza da Cortina D’Ampezzo: quattro nell’ordine dei 130 chilometri e quattro sui 50 chilometri più le prove speciali sui laghi ghiacciati di Issengo, Pianozes e Fedaia. Un totale di 5400 chilometri attraverso 7 passi alpini e oltre 10mila curve. 

A vincere la 1a edizione dell’e-rally 20quattro 2022 è stato il Team 1 composto dai giornalisti Confalonieri, D’Angelo, Cerbai e Mauriello accompagnati rispettivamente dai piloti professionisti Pons, Amaduzzi, Miele e Gulinelli. Personaggi del motorsport che hanno segnato la storia delle competizioni sportive con grandi palmarès. Tra loro, proprio Fabrizia Pons, unica donna ad aver conquistato punti sia come pilota sia come navigatrice in gare del Campionato del Mondo Rally. Anche noi di Wired siamo saliti sul podio al 3°posto con il mitico Team 2. Trai nostri Pro possiamo, invece, ricordare la giovanissima Tamara Molinaro, vincitrice del Campionato Italiano Rally Femminile 2021 e Roberto Bettanin con alle spalle oltre 150 rally nazionali e internazionali. Al mio fianco, Alexandra Gallo con più di 23 anni di gare in pista alle spalle e infinite vittorie. Oltre a loro Dario Cerrato, 5 volte Campione Italiano Rally; l’ex pilota di Formula 1 Giorgio Francia; il campione di Rally Piero Liatti, con 140 gare e 25 vittorie assolute all’attivo; il campione del mondo di kart Andrea Gilardi. 

Alla partenza da Cortina D’Ampezzo

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Hanno vinto affidabilità e discrezione 

Ventiquattro ore, dalle 12 di mercoledì 9 febbraio alle 12 di giovedì 10 febbraio, che sono state capaci di portare a compimento tutta la potenzialità esprimibile dall’auto elettrica: divertimento, affidabilità e discrezione. Nel totale divertimento di chi è stato protagonista, e questo possiamo certificarlo come equipaggio ufficiale, nessuna vettura ha riportato danni o problemi nei 900 chilometri percorsi. Solo un equipaggio ha dovuto ritardare la partenza dopo una prova speciale perché nel cambio gomme si sono danneggiati tre dadi ruota a causa di un avvitatore difettoso. Da riportare come inconveniente statistico. Questo aspetto sottolinea, però, l’affidabilità della tecnologia elettrica. Stiamo parlando dei 2 motori (sincrono e asincrono) da 299 cavalli di Audi Q4 e-tron e dei 2 motori sincroni a magneti permanenti da 598 CV di Audi RS e-tron GT. Insieme a loro la gestione termica dei pacchi batterie rispettivamente da 82 e 93 kWh. Sono queste le strutture più sollecitate dalla particolarità del tracciato, che richiedeva parecchi boost soprattutto all’uscita dai tornanti per rimanere nella velocità media di percorrenza richiesta. A cercare di contrastare l’autonomia delle batterie, infine, le basse temperature che di notte sui passi hanno toccato i meno 10 gradi. La temperatura ottimale di esercizio è trai 25° e 35°C. Accelerazioni continue e basse temperature sono, infatti, i due peggiori nemici che normalmente rovinano le performance di autonomia dell’elettrico. 

Il cambio gomme prima della prova speciale sul Lago di Fedaia

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Inoltre, e questo rientra nel pieno dello spirito dell’elettrico, la prima competizione ufficiale Audi e-rally 20quattro è entrata in punta di piedi nella quotidianità della montagna. Nessuna strada è stata chiusa al traffico per permettere la competizione. Nessuna pattuglia delle Forze dell’Ordine, né volontario della Protezione Civile sono stati distolti dal proprio compito per intervenire nell’organizzazione della gara. Anzi, a dirla tutta, proprio una pattuglia dei Carabinieri, intercettata verso il lago di Pianozes, ha sfalsato la nostra velocità e il nostro tempo di percorrenza medio della tappa con i suoi 55 km/h di andatura su una provinciale da 90 km/h. Del resto, non si può criticarli dato che stavano compiendo il loro lavoro. Il fato, però! Il traffico, infatti, era una delle variabili meno prevedibili dagli equipaggio, almeno di quelli diurni, proprio perché la manifestazione si inserisce volutamente in un contesto reale. Questa discrezione si è evidenziata ancora di più attraverso il silenzio tipico della mobilità elettrica durante le tappe della notte e del mattino. Nessun animale della foresta, né un umano si è svegliato di soprassalto per colpa del delicato rumore rumore generato dalle e-tron per l’attrito con l’aria.

La Audi Q4 e-tron del Team 2 in ricarica presso l’unità mobile 

E le ricariche? Audi ha realizzato una speciale unità mobile di ricarica utilizzando la seconda vita di 4500 celle di batterie agli ioni di litio. Al suo interno è possibile stoccare fino a 1000 kilowattora di energia per 1200 kilowatt di potenza. Abbastanza per soddisfare 20 punti di ricarica e 15 minuti di ricarica ultra fast per stallo. Nell’arco delle 24 ore, sono state effettuate 42 ricariche per una media di 42 kWh a ricarica e un totale di 1764 kwh. L’unità mobile, infatti, era collegata alla rete. Tra l’altro, proprio il lago Fedaia, location di una delle prove speciali, rappresenta simbolicamente l’incontro tra Audi ed Enel X, con cui il gruppo tedesco ha stretto una joint venture sul territorio nazionale finalizzata a realizzare e gestire entro il 2025 oltre 3.000 punti di ricarica ad alta potenza (sino a 350 kW) in circa 700 località. Il bacino del Fedaia è compreso tra due sbarramenti di Enel Green Power: la diga Fedaia e la diga di Maria al Lago. La loro produzione di energia rinnovabile fornisce elettricità alla zona e a Cortina, dove sono presenti infrastrutture di ricarica sviluppate assieme ad Audi Italia.

I due tracciati della prove speciali sul lago ghiacciato di Fedaia (Canazei) a 2053 m.s.l.m

Stare nella media indicata, consumare meno, guidare pulito

Ovviamente il doppio motore elettrico delle vetture unito a una coppia bruciante avrebbero portato d’istinto ogni pilota a schiacciare l’acceleratore per provare l’ebrezza di una partenza da brivido. Ma non nella e-Rally 20quattro. Per ciascuna tappa, infatti, l’organizzazione ha previsto dei controlli a sorpresa finalizzati alla verifica di conformità della condotta di guida e del rispetto dei tempi di percorrenza e delle medie indicate. Un vero rompicapo per i copiloti che oltre alla complessità del calcolo delle medie dato dal tracciato pieno zeppo di tornanti si sono aggiunti i rallentamenti da tir e caravan. La bravura dei piloti è stata quella di avvicinarsi il più possibile alla formula magica le cui variabili sono state velocità, rispetto dei tempi, abilità nella guida su neve e ghiaccio con le ruote chiodate e consumo di energia. 

Più facile da scrivere che da risolvere soprattutto perché il vero spartiacque per ogni equipaggio è stato arrivare alla fine della tappa con più batteria possibile per l’equipaggio successivo. Per regolamento, infatti, tutte le vetture avevano l’obbligo di partire a ogni tappa con l’ottanta per cento della batteria. Ciò ha significato tempi di ricarica più brevi per i più parsimoniosi che si sono divisi tra due stili di guida: il veleggiatore e il pistaiolo. Alla prima categoria appartiene chi ha preferito portare l’auto a veleggiare usando il meno possibile l’acceleratore e il freno per sfruttare al meglio pendenze e tracciato. Nella seconda, tra questi anche la mia copilota Alexandra, chi ha preferito il rigore delle tecniche di guida in pista che rispettano l’entrata rallentata in curva (per ricaricare la batteria) e l’uscita veloce. A voi intuire quale sia stata la scelta dell’equipaggio Wired. 



[Fonte Wired.it]